FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

A Brignano battesimo per quattro bimbi rom

(10 giugno 2013) - Si chiamano Ettore, Michele, Leonardo e Vittorio i bambini della comunità Rom che, ieri sera, hanno ricevuto il sacramento del Battesimo nella Chiesa di Sant'Eustachio a Brignano. Il più piccolo ha otto mesi, il più grande sei anni. Don Rosario Petrone, che ha celebrato il rito e ricopre in diocesi anche il ruolo di direttore dell'Ufficio Migrantes, ha seguito per due anni la famiglia dei fratellini insieme ai suoi collaboratori.
10 Giugno 2013
(10 giugno 2013) - Si chiamano Ettore, Michele, Leonardo e Vittorio i bambini della comunità Rom che, ieri sera, hanno ricevuto il sacramento del Battesimo nella Chiesa di Sant'Eustachio a Brignano. Il più piccolo ha otto mesi, il più grande sei anni. Don Rosario Petrone, che ha celebrato il rito e ricopre in diocesi anche il ruolo di direttore dell'Ufficio Migrantes, ha seguito per due anni la famiglia dei fratellini insieme ai suoi collaboratori. I genitori dei bambini sono molto giovani, 23 anni il papà, 22 la mamma, e non sono né sposati né battezzati. Eppure, accolti amorevolmente nella comunità di Brignano, hanno sentito il bisogno di chiedere il battesimo per i propri figli, mentre loro stessi sono in cammino per essere accolti un giorno nella Chiesa ed entrare a far parte della comunità dei credenti.
Il desiderio dei volontari, con cui hanno iniziato un cammino personale di formazione, è che un giorno possano sposarsi in chiesa. In realtà, le famiglie Rom seguite dalla Migrantes sono un centinaio ed è la prima volta che qualcuno compie un passo così importante come il far accostare i propri figli ad un sacramento cristiano. Ci spiega Paola Capriglia, tra le collaboratrici più strette di don Rosario: «Le comunità sono spesso chiuse, diffidenti, e il nostro lavoro sta nel cercare di aprirle agli altri e di avvicinarle alla fede, che è il compito essenziale della Migrantes. Il fatto che, in questo caso, siano stati i genitori dei piccoli a cercarci è stato per noi un fatto importante che ci ripaga del lavoro portato avanti con tante difficoltà. L'integrazione non un obiettivo semplice da realizzare».
La famiglia dei bambini è un modello contro ogni stereotipo. Il papà è un operaio, che lavora duro ogni giorno per sopperire a tutte le necessità. Il lavoro è precario, ma riesce ad andare avanti aiutato anche dalla Caritas zonale e dai volontari della parrocchia. Antonio Di Popolo, che li segue direttamente e a cui la comunità Rom fa riferimento per ogni bisogno, dice: «I bambini che seguiamo vanno regolarmente a scuola, anche con ottimo profitto, mentre i loro genitori lavorano e non hanno alcun bisogno di rubare». Molti della comunità lasciano il nomadismo e trovano una dimora stabile e dignitosa dove vivere. Insomma, l'incontro tra culture è una ricchezza.