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Missione Cattolica Italiana di Stoccolma (E. Carpanese)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 2/11


Alcuni dati statistici sulla diocesi di Stoccolma
 
1960    C’erano in Svezia 28.500 cattolici con 60
             sacerdoti e 87 conversioni.
1962    Viene consacrato vescovo della diocesi di
            Stoccolma J. Taylor.
1965    Si celebra un grande giubileo ecumenico in
            ricordo del 40° dell’iniziativa presa da Nathan
            Söderblom sull’ecumenismo, ma la Chiesa
            Cattolica non viene invitata.
            Non è ancora visibile nella cristianità svedese.
 1968   Si raduna ad Uppsala il Consiglio Generale
           delle Chiese e la Chiesa Cattolica è rappresentata.
 1969   Ci sono in Svezia 99 preti cattolici e la diocesi
            ha 24 parrocchie.
 1970   Forma il Consiglio Presbiterale. Arriva alla
            missione italiana don Eraldo Carpanese.
1971    La Chiesa Cattolica riceve la cittadinanza nella
            Commissione Ecumenica Svedese.
1972    Primo incontro di tutti i cristiani.
1975    Il cardinale Willebrandt partecipa al giubileo
            dei 50 anni del movimento ecumenico iniziato
            da Söderblom.
1977    Arrivano in Svezia molti rifugiati dall’America
            Latina e dal Medio Oriente.
1980    La Chiesa Cattolica si presenta così:
            è formata da 110.000 cattolici di oltre 50
            diverse nazionalità.
I gruppi più numerosi sono formati da latinoamericani (20.000), svedesi (20.000), croati e sloveni (12.000), polacchi (15.000), italiani (6.000) e altre nazionalità.
I sacerdoti (100 circa), il 90% non sono svedesi, i quali, venendo da esperienze e culture diverse, trovano difficoltà a fare unità tra di loro e per questo si sente una certa tensione.
Uniamo qui una statistica degli anni che seguono, dal 1981 al 1985.

STATISTICA DELLA CHIESA CATTOLICA DI STOCCOLMA ANNI 1981-1985
                              1981                1982                1983                1984                1985   
Popolazione     105.590           107.533           114.393           116.101           118.646          
Battezzati                  868                  829                     880                  940                   938     
Comunicati                  —                  —                        501                  688                   636     
Cresimati                310                    520                     420                   594                  462     
Convertiti                   82                      65                     110                   104                     88       
Matrimoni               162                    186                     178                    184                  218     
Deceduti                 183                    223                     210                    220                  220     

Una giornata della MCI
Gli italiani sono stati tra i primi ad arrivare in Svezia dopo la guerra. La maggior parte vanno a lavorare all’ASEA a Vàsteràs.
Tanti dopo un certo periodo rientrano in Italia, ma tanti decidono di restare. Tra quanti restano si aprono tante nuove possibilità di lavoro. Nel 1970, quando don Eraldo arriva alla missione di Stoccolma, si calcola che ci fossero in Svezia oltre 6.000 italiani in diverse città ma la maggior parte ora era sistemata così: 4.000 a Stoccolma, e 2.000 a Göteborg.
Per presentare il lavoro svolto nella Missione di Stoccolma ci serviamo di un articolo apparso sul Katosk Kyrkotidnig di Jane Edlund. Quanto scriviamo, quindi, non è farina del nostro sacco. Però ci pare che Jane ha intuito bene quello che si cercava di costruire insieme alla comunità della Missione Cattolica Italiana di Stoccolma! Andiamo alla messa italiana al duomo di Stoccolma.
Sono le nove della domenica. Nella chiesa c’è già tanta gente nonostante che fuori faccia molto freddo. I chierichetti ed il coro sono già al loro posto. Don Eraldo dà loro le ultime istruzioni. Diverse persone riescono a salutarsi a farsi un sorriso prima che inizi la messa. Diversi giovani, divisi in alcuni gruppi, sono davanti ai microfononi, pronti per i canti. I canti sono accompagnati dalla chitarra, suonata da Davide Bacci. Questi giovani si trovano insieme ogni sabato a preparare i canti. Stanno insieme volentieri, scherzano ridono. Questo gruppo di giovani crea una bella atmosfera. Diversi laici sono impegnati nelle letture, nella preghiera dei fedeli.. nel preparare bevande calde da distribuire dopo la messa nelle sale della chiesa.
Don Eraldo dà alcuni spunti di riflessione sul Vangelo di questa domenica: “Ecco l’Agnello di Dio”. “Dio si presenta a noi nel volto di Gesù, nelle sue parole e Gesù si presenta a noi in tanti volti: alcuni incontrano Gesù incontrando madre Teresa di Calcutta, la poetessa Gabella Mistral ha incontrato Gesù nel volto di un povero. C’è sempre qualcuno o qualcosa, se stiamo attenti, che ci indica la via all’incontro col Signore”. Finita la messa la comunità si riunisce nelle sale della chiesa per bere un caffè caldo e mangiare qualcosa. C’è un bel clima tra tutti. Don Eraldo passa di tavolo in tavolo a salutare le persone.
Per i ragazzi dai 4 ai 15 anni si fa catechismo. Sono diversi in diversi gruppi. I temi di questo anno sono: “La vita incontro”, “La vita è crescita”, “Perché la vita è meravigliosa”.
C’è l’incontro per quanti si preparano al matrimonio (sono presenti 18 coppie).
Gino a Anita sono responsabili dei giovani. Gino ci dice: “Questi giovani sono venuti qui per diversi anni al catechismo e ora voglio continuare a tenere i contatti”.
Chiediamo a Lo Cicero Rosario, in Svezia ormai da 15 anni: “Perché è per te così importante venire alla messa italiana?”. Ci risponde: “E’ per l’atmosfera che si respira in questa comunità”.
Ogni mercoledì c’è poi un incontro aperto a tutti alla missione per aiutarsi a vivere da cristiani.
Don Eraldo ci dice che un grande aiuto nel costruire questa comunità è venuto dal contatto col Movimento dei Focolari.
Werner Mariolina ci dice: “Io cercavo un gruppo dove ricevere aiuto nella mia vita cristiana e sono approdata alla Missione Italiana”. Ma non solo gli italiani si trovano bene alla comunità italiana ci dice Saba: “Da sette anni sono arrivata dall’Eritrea in Svezia. Nelle chiese cattoliche di Stoccolma che frequentavo mi sentivo straniera. Una domenica sono venuta alla messa italiana e mi sono sentita a casa, e così ho continuato a frequentare questa comunità.
Don Eraldo, in collusione, ci dice: “Non si può andare in chiesa per la messa e poi non aver nulla che ci unisce. E’ molto importante che la messa continui poi nella vita di tutti i giorni, trovarci a mangiare insieme con chi è rimasto solo, vivere insieme le difficoltà, ma anche i momenti belli… questa è la messa che dà senso alla messa della domenica. Se c’è l’amore cristiano tutto funziona”.
Per capire come funziona questa comunità e come conclusione vi raccontiamo uno dei tanti momenti vissuti insieme, al quale vorremmo dare come titolo: “Diventare insieme Gesù.”
Il metodo di lavoro: diventare insieme Gesù
Ci incontravamo ogni mercoledì sera alla Missione italiana a Stoccolma per aiutarci a vivere il Vangelo. Si leggeva insieme la “parola di vita” proposta per quel mese dal Movimento dei Focolari, con un breve commento di Chiara Lubich. Poi chi voleva poteva raccontare sue esperienze. Era già un miracolo che potessero riunirsi insieme persone così diverse per età, cultura, provenienza. Si sentiva in questi incontri crescere tra tutti un rapporto nuovo, bello.
Una sera arrivò all’incontro, invitato forse da qualcuno, un signore, piuttosto piccolo di statura, una testa rotonda, capelli a spatola, due occhi curiosi, che ispirava simpatia. Da quella sera continuò a venire. Non diceva mai niente, ascoltava soltanto. Poi, dopo diverso tempo, una sera prese la parola e ci raccontò la sua storia, un romanzo. Aveva girato mezzo mondo, fatte le più strane esperienze. Dal sud America era giunto in Spagna dove faceva il torero. E fu lì che incontrò la ragazza svedese che poi divenne sua moglie. Approdato in Svezia, per un periodo tutto filò liscio ma poi, con le difficoltà, ritornò il problema dell’alcool e della droga. Da quando veniva agli incontri, diceva, che stava meglio, che andava scoprendo una nuova forza. Si viveva in quel periodo le parole “Non giudicare per non essere giudicato”. Una sera uscendo dall’incontro la tentazione fu forte e, invece di tornare a casa, andò alla stazione centrale a cercare la droga. Mentre attendeva, il ragazzo che gli doveva consegnare la droga gli chiede: “Da quanto tempo non ti droghi?” (Domanda strana!). Risponde: “Da due mesi”. Quel ragazzo si mise ad urlare: “va via di qui, via!” Raccontando questo fatto ad un incontro del mercoledì, diceva: “Mi sembrava proprio Gesù quel ragazzo che urlava... E’ proprio vero che non si deve giudicare nessuno. Quel ragazzo, un po’ così, coi capelli lunghi, che smerciava la droga, è stato Gesù per me... Fu l’ultima volta che cercai la droga”.
Intanto la sua vita stava cambiando: “Aveva trovato il punto di appoggio per sollevare il mondo”: la comunità, la Parola di vita, Gesù Eucaristia. Volendo comunicare questa sua scoperta alla moglie, alla sera, prima di dormire, cercava di raccontarle... di leggerle qualche brano della Bibbia. Ma lei, stanca della giornata di lavoro, si addormentava e le parole del marito erano come un sonnifero. Raccontando questa sua difficoltà ad un incontro del mercoledì, qualcuno gli disse: “Non preoccuparti, continua a vivere la Parola e lascia fare a Dio...”.
Intanto la moglie si era accorta del cambiamento del marito. Lei aveva lottato per aiutarlo nelle sue difficoltà, aveva anche letto libri di psicologia ecc., ma non era riuscita. Vedendo il cambiamento del marito, voleva conoscere cosa succedeva in quei mercoledì sera. E così anche lei cominciò a frequentare gli incontri del mercoledì.
Era commovente vedere una “non credente” cercare di vivere la “Parola di vita” e raccontare le sue scoperte. In seguito accompagnò il marito alla Messa domenicale della comunità. Poi volle approfondire, conoscere la fede cattolica e frequentò un corso per adulti che si teneva alla missione. Ma qualcosa la tratteneva dall’entrare a far parte della Chiesa Cattolica. Venne rispettata in questa sua attesa. Intanto ci si preparava per partecipare ad un incontro internazionale a Rocca di Papa presso il Centro del Movimento dei Focolari. Decise di partecipare anche lei insieme al marito. Il tema di quell’anno era su Gesù Eucaristia. Furono giorni “grazia” che lasciarono un segno profondo nell’anima di tutti.
Dopo aver ascoltato un tema di Chiara Lubich sull’Eucaristia mi disse: “Eraldo, ora mi è tutto chiaro, desidero entrare nella Chiesa Cattolica”. Uscendo dalla sala dell’incontro trovai il marito e gli dissi: “Sai che cosa è successo?...” Lui, senza lasciarmi finire di parlare, scoppiò in pianto: era stato a pregare Gesù Eucaristia con queste parole: “Gesù, se la mia vita ha ancora un valore per Te, Ti chiedo un’ultima grazia, fa che mia moglie VEDA”.
E così, sua moglie fece la sua prima Comunione a quell’incontro.
Si diventa Gesù insieme. S. Teresina del Banbin Gesù poteva descrivere così la sua esperienza dopo la Comunione: “Come la goccia diventa mare, immensità, così dopo la Comunione non c’era più Teresa e Gesù, ma solo Gesù”.
Ho visto tante volte l’amore di Dio in azione: è qualcosa di splendido, di indicibile!
Desideriamo terminare con le parole dello scienziato Piero Pasolini ad un incontro a Roma, diceva più o meno così:
“Se vogliamo continuare ad esistere, dobbiamo diventare insieme Gesù. Diventare questa realtà che si chiama Gesù. Come l’idrogeno e l’ossigeno pur rimanendo se stessi diventano acqua. Questo è il principio fondamentale dell’evoluzione”.