Il “Porto delle Grazie” di Roccella Ionica, nella Diocesi di Locri-Gerace, è divenuto negli anni uno degli approdi principali degli immigrati che attraversano il Mediterraneo alla ricerca di una nuova opportunità. In questo spicchio di terra calabra c’è tanta generosità con la Chiesa, guidata da Mons. Francesco Oliva, che ha aperto le porte all’accoglienza e all’integrazione quali espressioni di umanità e fede, contro ogni pregiudizio.
La Chiesa calabrese è quella che ha dato prova di saper affrontare le tante emergenze che si sono susseguite nell’ultimo periodo, quando si sono registrate tante tragedie in mare, da ultimo quella del 17 giugno scorso al largo delle coste ioniche. In questo contesto la Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei, ha scelto la regione ecclesiastica della Calabria, nello specifico proprio a Roccella Ionica, per la celebrazione principale della 110a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si è tenuta domenica 29 settembre, alla presenza dei rappresentanti della Conferenza Episcopale Calabrese.
La giornata si è suddivisa in tre momenti collegati tra di loro. Si è iniziato con la celebrazione eucaristica nella chiesa San Nicola di Bari di Roccella Ionica officiata da Mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano dello Ionio e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, che ha ribadito l’impegno costante della Chiesa in favore dell’inclusione dei migranti. «Questo mare meraviglioso che è il Mediterraneo, culla di civiltà è diventato un mare di interdizione, dell’impedire, del respingere, del fermare e del difendere. Tutto questo, però, è contrario alla legge del mare che è, invece, quella di custodire, salvare, fraternizzare. Papa Francesco ancora una volta, con audacia e libertà nel messaggio per l’odierna Giornata sottolinea la profezia che è scritta nel corpo nelle biografie di questi fratelli e sorelle immigrati, voi siete oggi profeti che ci interpellate, che graffiate il nostro individualismo, le nostre coscienze perbeniste e voi che viaggiate, perché costretti ad immigrare tra pericoli di legislazioni nazionali e internazionali perverse, tra i pericoli di collusioni criminali, siete come popolo di Israele al tempo di Mosè», ha affermato mons. Savino nel corso dell’omelia, aggiungendo: «Le coste meravigliose di questa nostra Calabria, e non solo, sono diventate miraggi impossibili per la durezza del nostro cuore. Questo mare di umanesimo è divenuto un cimitero di figli di Dio usati e abusati dagli attuali potenti faraoni, più ricchi e più potenti, ma permettetemi anche di dire, più ignoranti di quelli dell’antico Egitto». Mons. Savino ha ricordato i tanti sogni spezzati dal caporalato e altre forme di privazione ma ha anche sottolineato il grande cuore della Calabria e dell’Italia nel saper accogliere e includere i poveri e i migranti.
«È una giornata di condivisione e di fraternità – ha affermato Mons. Oliva – dove si mettono insieme tante realtà di accoglienza che ci sono nella Diocesi di Locri-Gerace, con l’incontro e il dialogo tra le tante splendide realtà multietniche presenti sul territorio». «La comunità diocesana di Locri-Gerace e, in particolare, questa comunità di Roccella Ionica stanno compiendo un’azione di accoglienza costante e continua. In questi giorni si sono susseguiti molti sbarchi a dimostrazione che è necessario attrezzarsi per diventare sempre più ospitali, grazie al supporto di tante realtà associative che operano nella Locride. Agli immigrati rivolgo un grazie perché si sono inseriti nelle realtà territoriali con grande discrezione e grande umiltà, dando un apporto positivo alla crescita delle comunità», ha concluso mons. Oliva.
Altrettanto intenso è stato l’intervento di mons. Pierpaolo Felicolo, Direttore generale della Fondazione Migrantes, che sulla scelta di Roccella come sede della manifestazione ha affermato: «Abbiamo scelto la Calabria e specificatamente Roccella Ionica, insieme ai vescovi, perché è un luogo dove c’è un segno concreto di questo e di un’accoglienza concreta verso tanti che cercano un futuro diverso nel nostro Paese. Roccella è un luogo significativo dove si vive l’immigrazione, la memoria e l’attualità delle emigrazioni italiane all’estero».
La seconda parte della giornata si è svolta al Convento dei Minimi dove si è svolta la “Festa dei popoli”, alla presenza di numerosi immigrati che fanno parte dei progetti di integrazione diocesana e dove varie associazioni, quali “Jungi Mundu” e “Pathos”, insieme a tante altre, hanno dato vita ad un momento di convivialità e di testimonianze. In questo contesto il direttore dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Locri-Gerace, don Rigobert Elanqui, ha ricordato l’impegno delle diocesi calabresi e nazionali in favore degli immigrati ed ha aggiunto: «Questo di oggi è un momento di preghiera e di riflessione per tutti noi, ha una valenza pedagogica perché partendo dall’insegnamento di Cristo rafforzato dal messaggio del Santo Padre, che ci ricorda che Dio cammina con il suo popolo, è importante non dimenticare che il popolo è accanto a Dio, ed allora dobbiamo aprire i nostri cuori per accogliere i fratelli e sorelle in mobilità, ridando loro la dignità di essere persone umane».
«Roccella è per noi un luogo molto significativo. Un’occasione per conoscersi e farsi conoscere anche cosa è diventata per noi l’integrazione all’interno della nostra Diocesi. Allo stesso tempo è un momento importante per fare memoria di tutte le vittime dei naufragi che ci sono stati davanti alle coste calabresi», ha sottolineato Carmen Bagalà, direttrice della Caritas Diocesana, che ha aggiunto: «Tra i vari momenti della giornata c’è anche la possibilità di far conoscere le vicende di chi è arrivato da tanto lontano portando con sé una speranza. per questo abbiamo allestito una piccola “biblioteca umana” dove, in cinque minuti i rifugiati e migranti che sono presenti sul nostro territorio raccontano la loro storia. È, questa, un’altra occasione per vivere la fraternità di questo giorno».
Il terzo e conclusivo momento della giornata si è svolto sulla banchina del molo del porto delle Grazie dove sono state depositate delle corone di fiori per un momento di preghiera e raccoglimento in memoria delle vittime di tutte le tragedie del mare.
Rocco Muscari
Ufficio Comunicazioni Sociali Diocesi Locri-Gerace e componente dell’Ufficio Migrantes Diocesano