Dal Papa oggi è arrivato un “chiaro messaggio a chi sta facendo accordi per la morte e non per la vita”. Mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei che si occupa dei migranti nonché presidente della fondazione Migrantes, riflette con l’Adnkronos sulle parole del Pontefice oggi all’udienza generale dedicata interamente al dramma dei migranti, auspicando che il suo “realismo” possa scuotere chi continua a fare orecchie da mercante.
“Oggi dal Papa - osserva Perego - è arrivato un richiamo chiaro alle nostre comunità cristiane a tenere al centro e a coniugare oggi l’opera di misericordia ‘Ero forestiero e siete venuti a trovarmi’, a connettere questo tema con la realtà di chi sta viaggiando in mare e nel deserto e muore. Questi i luoghi di morte richiamati dal Papa che tante volte aumentano le morti perché c’è indifferenza e la cultura e dello scarto che è la cultura che tante volte può segnare anche il nostro modo di vedere nelle comunità cristiane".
Dal Papa “un messaggio anche a chi sta facendo la politica dei respingimenti, a chi sta facendo accordi per la morte e non per la vita, un messaggio di sostegno alle ONG che lavorano in mare, come anche in questi ultimi giorni con il progetto monitorato da Migrantes che dimostra che in mare c’è chi chiede aiuto e chiede una politica diversa, che non sia nazionalista ma europea, per uno sguardo di un’Europa che è casa comune anche per chi è richiedente asilo e rifugiato . Basterebbe vedere da dove arriva la maggior parte di queste persone: dalla Siria, dal Bangladesh , da Paesi dove ci sono disastri ambientali, dove la guerra sta mettendo in fuga milioni di persone”.
C’è chi continuerà a fare orecchie da mercante. “Si spera che il realismo del Papa di fronte a questi drammi diventi realismo della politica che ancora è segnata da ideologie , ancora falsa la realtà della migrazione e non governa la realtà della migrazione anche nel contesto europeo”, l’auspicio del presidente di Migrantes.
Emblematico in tal senso il dibattito sullo ius scholae. “Questo dibattito - osserva mons. Perego - è una ricostruzione da una parte di chi anche chi è nella maggioranza guarda la realtà e comincia a considerare importante il mondo di questi ragazzi che fanno un percorso nelle nostre scuole coi nostri ragazzi e che quindi hanno bisogno di un riconoscimento, a fronte di chi continua ideologicamente a pensare che se uno diventa cittadino italiano svigorisce la nostra nazione. Non c’è nulla di più ignorante di un’idea di questo genere”.