La basilica di Santa Maria degli angeli e dei martiri ha ospitato nella serata del 18 maggio il Rosario per la pace delle comunità etniche di Roma, organizzato dall’Ufficio Migrantes del Vicariato.
Ognuno dei 5 Misteri della gloria è stato introdotto da un testo di papa Francesco e guidato nella preghiera da due rappresentanti di altrettante comunità di migranti: cinese, congolese, ghanese, coreana, indiana, eritrea, rumena, srilankese. Ancora, il canto in lingua – a cura, via via, delle comunità filippina, congolese, nigeriana e latino-americana – a scandire i diversi momenti del Rosario.
In apertura, l’invocazione alla Vergine in ucraino e la prima parte della preghiera che fu il saluto dell’arcangelo Gabriele a Maria recitata in lingua bengalese e capoverdiana, facendo memoria della risurrezione di Gesù. Quindi, la lettura del brano del Vangelo di Marco ha introdotto al secondo mistero glorioso, quello dell’Ascensione, che prevedeva la preghiera anche per la salvaguardia del Creato.
«Il Signore ci chiede anche questa forma di riconciliazione – ha detto cardinale Fabio Baggio, sottosegretario del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale -: quella con l’opera della Creazione». Infatti «per troppo tempo abbiamo abusato della natura e del mondo che il Padre ci ha regalato; ma non ci sarà vera pace fino a che non verranno restaurate buone relazioni in questo ambito», ha sottolineato.
Al termine della recita del Rosario, a cui ha preso parte, tra gli altri, anche il vescovo ausiliare Benoni Ambarus, segretario della Commissione episcopale per le migrazioni, l’intervento di don Pietro Guerini, direttore dell’Ufficio Migrantes diocesano.
«Ringraziamo il Signore per averci donato la sua pace oggi con questo momento intenso di preghiera – ha detto -. Grazie poi al cardinale Baggio perché ci ha manifestato la sua saggezza per il dono della pace e a tutti coloro che hanno reso possibile questo Rosario, oltre che a tutte le comunità con cui ci diamo appuntamento al 4 e 5 ottobre per il Giubileo dei migranti». Infine, il monito di Guerini affinché «continuiamo a pregare e a lavorare per la pace guidati dai nostri pastori, in primo luogo il Papa, sulla via dell’amore e dell’unità».
(fonte: RomaSette | foto: Diocesi di Roma/Gennari)