(26 novembre 2014) - Fuori dai confini nazionali cè una forte domanda di Italia. Forse pochi sanno che nel mondo ci sono 250 milioni di italici, tra italiani che sono emigrati o discendenti o coloro che amano litaliano, persone che si identificano o che si sentono affini allItalia per cultura, lingua, stile di vita, musica, arte, letteratura, etc. 80 milioni di italiani tra oriundi, naturalizzati o discendenti, seconda diaspora mondiale dopo quella cinese. 4 milioni e mezzo con cittadinanza e passaporto italiano. Infine lassociazionismo regionale diffuso in tutte le parti del mondo. La lingua italiana è la quarta nel mondo.
Su questo scenario italico senza confini geografici, ha avuto luogo a Firenze la 2 giorni di confronto degli Stati Generali per la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo sul tema Litaliano nel mondo che cambia, organizzata dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con il Ministero della Istruzione, Università e Ricerca e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
I lavori sono stati aperti dal Sottosegretario agli Esteri Mario Giro, il quale ha affermato che liniziativa vuole essere loccasione per approfondire le strategie di diffusione dellitaliano allestero e fare il punto sulle nuove sfide da affrontare.
Studiosi, ricercatori, esperti nella materia sociale, docenti universitari, burocrati ministeriali, esponenti del mondo artistico e culturale italiano si sono alternati sui tavoli delle discussioni tematiche, strategie di diffusione della lingua italiana nel mondo, nelle due tavole rotonde su italofonia e prospettive in Italia ed allestero.
Il Sottosegretario Giro ha preannunziato che gli Stati Generali restano convocati insieme ad un nuovo gruppo in via di costituzione per appuntamenti e verifiche di quanto realizzato al 2015 e al 2016. Nel documento conclusivo sono indicate le linee normative, di indirizzo politico e gestionale, progettualizzate per la promozione della lingua e cultura italiana, attraverso labbraccio di tutti gli italofoni del mondo con lobiettivo di dare risposta alla domanda di lingua e cultura che viene da fuori, ridare immagine, crescita economica e turismo internazionale al Paese Italia. Fare sistema.
Negli atti del Convegno non mancano i riferimenti alle comunità italiane. Ma poco si dice sul loro coinvolgimento e partecipazione e sul ruolo della rappresentanza: Comites, CGIE e sulla ragnatela dellassociazionismo regionale italiano diffuso in tutte le parti del mondo, collegata con le Regioni di appartenenza attraverso leggi e strumenti operativi come le Consulte regionali. Le Regioni, infatti, hanno la delega sulla emigrazione.
Si tratta di una infinità di associazioni, circoli, clubs, aggregazioni e centri culturali piccoli e grandi, legate tra loro dalla identità regionale che svolgono una intensa attività di rapporti, relazioni e contatti tra di loro e le altre realtà regionali presenti nel territorio. Una galassia in movimento.
Per tutte le aggregazioni, la lingua, unitamente alla cultura italiana, è fattore indiscusso di riaggregazione e di unità nei quali i connazionali si ritrovano e si riconoscono, riscoprendo lorgoglio della appartenenza italiana mai dismessa. Un patrimonio immateriale straordinario che è risorsa dalle potenzialità incalcolabili.
Siamo convinti che chiamare in causa, e possibilmente responsabilizzare le comunità italiane, significherebbe allargare a livello di base la iniziativa promozionale nelle società di insediamento, nella quotidianità, nel lavoro. Nessuno meglio di chi la parla può diffondere una lingua. Lo stimolo al suo uso è promozione vera. In questa direzione, lapporto diventa importante alla iniziativa degli Stati Generali. (Sicilia Mondo)