(31 ottobre 2013) - Il 2 novembre si commemorano nelle nostre comunità tutti i defunti. Questanno non possiamo dimenticare i nostri fratelli e le nostre sorelle morte tragicamente nel Mediterraneo durante i viaggi della speranza e sepolte nei cimiteri del nostro Paese. Una morte assurda, vergognosa come ha ricordato il Papa che richiama la responsabilità dellItalia e dellEuropa a nuove forme e strumenti di protezione internazionale, ma anche di cooperazione per lo sviluppo e la pace dei popoli. Dallinizio dellanno sono già oltre settecento i morti accertati nel canale di Sicilia: eritrei, somali, egiziani, palestinesi, nigeriani, sudanesi...persone di cui non conosciamo il nome e che sono diventati numeri. Altre morti sono avvenute durante il viaggio nel deserto, nelle carceri libiche, nelle violenze di gruppo. Nelle visite ai cimiteri, ricordiamo I grandi cimiteri sotto la luna per parafrasare G. Bernanos uno dei quali è il Mediterraneo: un segno della nostra incapacità di difendere e tutelare il cammino dei più deboli, migranti e rifugiati. Nella preghiera ricordiamo i tanti morti di questi anni nel Mare nostrum, ripensando con G. Bernanos un passo del sermone dellincredulo che provoca anche il nostro impegno e la nostra responsabilità: Voi la vostra fede non lavete vissuta e allora essa è diventata astratta, è come disincarnata. Forse è in questa disincarnazione del Verbo la sorgente delle nostre disgrazie.