Domenica 26 Maggio 2024, a conclusione del mese Mariano, la piccola località di Genazzano, che da cinque secoli con tanta devozione custodisce il dipinto raffigurante la Vergine con il Bambino Gesù, -secondo la tradizione - giunto in modo miracoloso dall’Albania, ebbe la grande gioia di ospitare numerosissimi pellegrini albanesi, circa un migliaio, provenienti da diverse regioni d’Italia (Piemonte, Toscana, Lazio, Veneto, Calabria, ecc.), per celebrare insieme alla comunità locale, la festa della Madre del Buon Consiglio, Patrona del Popolo Albanese.
Sotto il manto blu della Madre del Buon Consiglio, tonificato dal colore rosso del sangue dei martiri albanesi uccisi nel corso dei secoli, non trovano rifugio solo i cattolici albanesi, ma anche i pellegrini delle comunità arberesh, i fratelli albanesi di religione musulmana, autorità religiose, civili e militari, illustri personaggi dell’arte e della musica, tutti desiderosi di trascorrere una giornata di ‘condivisione’ e ‘comunione’ alla presenza della Madre.
Questo appuntamento che si ripete di anno in anno serve alla comunità albanese per rinnovare e corroborare in loro il bisogno di preservare la testimonianza della fede viva di cui sono portatori, il patrimonio culturale e la lingua e, in particolar modo per ringraziare la Madre Celeste per tutti i doni che ha fatto al popolo albanese. In questo incontro pieno di ricordi, gioia e commozione, si osservavano i fedeli che nella loro semplicità d’anima offrivano alla Madre le lacrime e le preghiere per varie necessità della proprie famiglie. Qualcuno implorava la Madre di Dio che intercedesse presso il Padre per i parenti defunti, altri facevano la preghiera del ringraziamento o di affidamento, qualcun altro supplicava aiuto e misericordia. Tutti insieme in sinfonia di sentimenti e pensieri, come un coro unanime, nel silenzio totale dell’anima, offrivano in dono le proprie storie di vita, che messe insieme sull’altare, componevano i gioielli più belli della corona divina della nostra Regina del Buon Consiglio.
Questo momento di preghiera, di silenzio, reminiscenze storiche e condivisione della manna che scende dal cielo, che si ripete periodicamente nel quadro della pastorale degli albanesi in Italia, mira a promuovere i valori umani e fede cristiana, e ad appianare le differenze di tutte le tipologie: politiche, religiose, di appartenenza geografica e così via, e in ultimo a svegliare dentro l’anima il desiderio di mettersi in cammino per costruire insieme da fratelli quella che papa Paolo VI chiamava: ‘la civiltà dell’amore’.
La suddetta civiltà si costruisce solamente quando tutti si impegnano a mettere in pratica la verità delle parole del Salmo 133: “Ecco quant’è bello e soave che i fratelli [di diverse ideologie politiche, credo religioso, antropologia, appartenenza geografica e linguistica], vivano insieme”.
Il programma della giornata era strutturato principalmente su tre pilastri:
a) storia: conferenza scientifica incentrata sulla tematica della «Madre del Buon Consiglio, tra Storia e Spiritualità»;
b) spiritualità: processione nelle stradine di Genazzano animata da preghiere e canti dalla devozione liturgica popolare e la Messa Solenne presieduta dal Vescovo Simon Kulli e concelebrata da di diversi sacerdoti;
c) ricreazione: il pranzo condiviso nel parco del Comune e il programma culturale con canti e balli, preparato dal gruppo dei collaboratori del Coordinamento Nazionale della Pastorale dei Cattolici Albanesi in Italia.
Alle ore 10:00, i fedeli in attesa che cominci la conferenza scientifica iniziano a raccogliersi nella navata della piccola chiesa di San Nicola, adornata con le bandiere della Città del Vaticano al centro, e le bandiere dell’Italia, Albania e del Kosovo ai lati. Dopo il saluto di benvenuto di padre Ludovico Centra, rettore della basilica, cominciano i relatori a offrire le loro riflessioni preparate per tale occasione. IL Prof. Italo Sarro, espone la relazione intitolata: «La Madre del Buon Consiglio tra storia e devozione»; la Prof.ssa Lucia Nadin: «L’antica “cristianissima” Scutari in terra Veneta, col suo culto Mariano»; la Prof.ssa Enkelejda Shkreli: «Il linguaggio dell’anima, comprensibile anche per gli ‘analfabeti’; Don Anton Kodrari: «Confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra - La dimensione teologica del pellegrinaggio».
Dopo gli spunti di riflessione, seguono i saluti istituzionali di Mons. Simon Kulli, Vicepresidente della Conferenza Episcopale Albanese e nello stesso tempo incaricato presso la omonima Conferenza come responsabile delle Missioni e della Migrazione degli albanesi cattolici nel mondo, il quale esorta i fedeli con le seguenti parole: “Il mio consiglio per tutti voi e di cercare a preservare il nostro patrimonio culturale nei luoghi dove viviamo e di integrarsi nella cultura del popolo che ci ha ospitato. Preservando le nostre belle tradizioni e comportandosi da figli di Dio saremmo una ricchezza per l’Italia, cosi come l’Italia con la sua cultura e con la sua generosità e ospitalità deve essere sempre una ricchezza per noi". Il Vescovo conclude il suo saluto con l’augurio: “Nell'abbraccio della Vergine, Madre del Buon Consiglio, trova conforto e serenità la persona di ciascuno di voi. Che questo giorno speciale sia un rifugio di pace per ognuno di voi e per tutte le vostre famiglie. Buona festa a tutti della nostra Madre del Buon Consiglio!”.
La Sig.ra Majlinda Frangaj, ambasciatrice della Repubblica Albanese presso la Santa Sede, che continuamente sta cercando di costruire ponti tra l’Albania, Kosovo e la Santa Sede, si rivolge ai presenti con calorose parole: “Sono particolarmente felice di essere oggi con voi. É sempre una commozione e una grande gioia far parte di questo pellegrinaggio degli albanesi, che sono giunti da tutta l’Italia, per onorare l’immagine della Madre del Buon Consiglio. Mi fa tanto piacere che si sia creato un rapporto d’amore tra Genazzano e Scutari e auspico che questa armonia continui per sempre. Per rispetto di tutto questo, anche questa volta sono tornata molto volentieri e come sempre mi viene naturale fare una preghiera davanti alla Madonna di Scutari per la mia Albania e per i miei connazionali di tutte le confessioni religiose”.
Mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione ‘Migrantes’: “Creare comunità albanesi, luoghi di incontro e di preghiera come oggi qui, cioè creare una casa lontano dalla propria casa. Una casa che ognuno possa trovare la fede, la storia, la fraternità, per vivere in Italia con le proprie radici albanesi. Allora, oggi ritornate ad essere tanti dopo tanto tempo, anch’io non è la prima volta che vengo qui... e dovete sapere che c'è davvero tanto lavoro dietro. Questo lavoro di oggi poi, deve portare frutto in ogni città dove possano nascere comunità albanesi che testimoniano agli italiani, e gli italiani agli albanesi, la fede nel Signore che salva e, nella Madonna che intercede per noi e ci prende per mano e ci porta al Signore”.
La conferenza si conclude cantando tutti insieme il canto tradizionale di Zoja e Shkodres. Subito dopo il canto comincia la processione; sono i ragazzi albanesi vestiti con i capi tradizionali che percorrono le stradine di Genazzano portando sulle loro spalle con tanta devozione la statua della Madre. I sacerdoti, i fedeli, accompagnati dalle campane della basilica che suonano a festa, entrano nel luogo sacro per dare spazio all’inizio della Celebrazione Eucaristica. Nella celebrazione oltre ai fedeli e le autorità sopra elencate, è presente anche il sindaco di Genazzano, Alessandro Cefaro. Dopo la Messa, tra saluti e chiacchiere, i fedeli si spostano nel parco del comune per festeggiare insieme con piatti tradizionali albanesi e un misto di balli e canti albanesi e italiani.
Il denominatore comune di questa giornata speciale è stata la condivisione e la comunione, endiadi che dovrebbero arricchire ciascuno di noi, proprio come ci insegna Papa Francesco nell’enciclica «Fratelli tutti»: Questo bisogno di andare oltre i propri limiti vale anche per le varie regioni e i vari Paesi. Di fatto, «il numero sempre crescente di interconnessioni e di comunicazioni che avviluppano il nostro pianeta rende più palpabile la consapevolezza dell’unità e della condivisione di un comune destino tra le Nazioni della terra. Nei dinamismi della storia, pur nella diversità delle etnie, delle società e delle culture, vediamo seminata così la vocazione a formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri». [FT 96]
Gruppo del Coordinamento Nazionale della Pastorale dei Cattolici Albanesi in Italia