Audizione in Senato sui Compiti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in materia di minori stranieri non accompagnati
Roma, 19 settembre 2023, ore 9.30
Da anni in Italia ci si confronta con i numeri dell’accoglienza di minori stranieri non accompagnati (MSNA), con cifre che si attestano intorno alle 20.000 presenze (al momento poco più di 21.000), e, da anni, si ribadisce che l’accoglienza che dovrebbe essere riservata loro è quella all’interno del Sistema Accoglienza Integrazioni (SAI). Nonostante questa insistenza, andando a verificare i dati, è facile constatare che per i minori soli non accompagnati i posti a disposizione nel SAI sono solo 6.300 e quelli nei Centri di accoglienza straordinaria (CAS) soltanto 1.700.
1. La prima conseguenza è che, considerando tutti gli altri minori non accompagnati, sicuramente molti sono collocati in strutture che i singoli Comuni mettono a disposizione, cioè in case famiglia e comunità per minori. Sappiamo, però, che ormai anche queste disponibilità sono sature: per questo, molte amministrazioni locali stanno trasferendo i minori in luoghi lontani dal proprio territorio comunale di competenza, con scarsissime possibilità di riuscire poi a monitorare queste accoglienze fuori sede da parte dei servizi sociali del Comune stesso. A questa situazione si aggiungono i sempre più numerosi minori soli non accompagnati che rimangono in Centri di accoglienza straordinaria con adulti, in situazioni promiscue, per periodi sempre più lunghi. Addirittura, ci sono minori soli non accompagnati che finiscono in quelle che, in maggior misura negli ultimi mesi, si dimostrano accoglienze improvvisate, come hotspot saturi o centri chiusi. E questo sia nel caso in cui i minori siano destinati alle nuove procedure accelerate, sia che confluiscano in Centri di permanenza per i rimpatri (CPR) perché non identificati come minori soli non accompagnati, ma come persone di nazionalità connessa a Paesi sicuri.
2. La seconda considerazione concerne il fatto che, da sempre, la prima accoglienza rimane troppo spesso concentrata nelle regioni del Sud Italia (Sicilia, ma anche Calabria e Puglia). Territori generosi, ma che non possono offrire, né per qualità né per quantità, percorsi di possibile formazione e inserimento lavorativo.
3. Rispetto a questo quadro, già di per sé estremamente preoccupante, la Fondazione Migrantes ha individuato una serie di azioni di senso che sarebbe opportuno intraprendere circa l’accoglienza e la presa in carico dei minori soli non accompagnati:
- iniziare una seria programmazione che coinvolga il Governo ma anche le Regioni, gli enti locali e le organizzazioni di tutela specifiche sui minori;
- aumentare i posti del Sistema Accoglienza Integrazioni per i minori soli non accompagnati in tutto il territorio ad almeno altri 5.000 posti, suddivisi in Comuni tanto del nord quanto del sud (sarebbe interessante capire perché si mettano sempre e solo fondi sull’emergenza e non sul fondo asilo e immigrazione per aumentare la rete SAI);
- creare in ogni Regione un luogo di prima accoglienza per MSNA, che però sia autenticamente e soltanto di prima accoglienza ed esclusivamente dedicato ai minori, propedeutico ad un successivo e rapido inserimento nei SAI, nelle comunità per minori o in forme di affido familiare;
- promuovere, in diversi ospedali in ogni Regione, la nascita di un’équipe multidisciplinare (medici, psicologi, etc.) per la definizione dei casi dubbi relativi all’età dei minori soli non accompagnati, che tenga però sempre presente il principio imprescindibile della presunta minore età come principio a base della stesa convenzione del fanciullo (in tal senso, ci lasciano a dir poco perplessi le volontà sempre più insistenti espresse da esponenti del Governo di voler invertire l’onere della prova per dimostrare la minore età sui MSNA);
- favorire sempre di più la possibilità che i minori stranieri non accompagnati possano accedere anche ai percorsi di affido attraverso comunità omoculturali o famiglie italiane. I pochi Comuni in Italia che stanno perseguendo entrambe le pratiche stanno avendo risultati eccellenti (come ad esempio Torino, Bologna, Ferrara). Sottolineiamo a questo proposito che mancano percorsi formativi per adolescenti, essendo i minori per la maggior parte di un’età compresa tra i 14 e i 17 anni;
- realizzare una vera accoglienza decentrata, tale per cui ogni Comune in Italia deve arrivare ad avere dei posti destinati ai minori soli non accompagnati in base alla popolazione, al territorio, al PIL, alla presenza di altre persone migranti etc… L’accoglienza decentrata è infatti l’unica che possa garantire anche possibilità di incontro, di relazione e di reale formazione e inserimento dei MSNA;
- riuscire a rendere più celeri i percorsi di ricongiungimento con figure adulte di riferimento in altri Paesi dell’UE. Continuano infatti a essere altissimi i dati di abbandono riferiti a minori soli non accompagnati dalle accoglienze a cui vengono destinati. Non è accettabile che neanche in UE si riesca a far muovere i MSNA attraverso canali legali.
4. La Conferenza Episcopale Italiana attraverso la campagna “Liberi di partire, liberi di restare”, in collaborazione con Caritas e Migrantes e Missio, ha finanziato, unitamente ad altri canali umanitari, l’apertura del primo canale legale di ingresso per minori stranieri non accompagnati attraverso un permesso di studio (progetto Pagelle in tasca) dal Niger all’Italia, specificatamente in Piemonte. È stato un percorso molto difficile e lento, ma i risultati raggiunti per i pochi minori che si è riusciti a far arrivare – una decina in circa due anni – sono estremamente incoraggianti. Tutti sono entrati con un permesso di studio e sono stati inseriti in famiglie affidatarie: forse varrebbe la pena aumentare questo tipo di possibilità, ad esempio per i MSNA che si trovano in Libia, in Tunisia, etc.
Roma, 18 settembre 2023
S.E. Mons. Gian Carlo Perego
Presidente della Fondazione Migrantes e della
Commissione Episcopale per le Migrazioni (CEMi)
Mons. Pierpaolo Felicolo
Direttore generale della Fondazione Migrantes