I morti aggiunge mons. Montenegro ormai non si contano più, per evitare queste tragedie non basta limpegno dellItalia, ci vuole quello dellEuropa. In attesa delle risposte di Bruxelles, la CEI ha invitato i parroci e gli operatori di Augusta, in prima linea accanto ai volontari, a esaminare e richiedere, proporre e criticare. I sacerdoti augustani affermano la necessità di lasciarsi guidare da una lettura evangelica e non solo sociologica del fenomeno e ribadiscono la richiesta, ai vescovi e alla Fondazione Migrantes in particolare, di suscitare forze volontarie e gratuite che si pongano a servizio dei migranti, anche promuovendo collaborazioni internazionali tra le Diocesi.
È la condizione dei tanti minori non accompagnati a preoccupare più di ogni altra. Gli ultimi 27, sbarcati mentre è in corso il convegno, vengono accompagnati nel plesso scolastico di via Dessiè, insieme ai 123 che già da tempo ci vivono. Una struttura inadeguata afferma padre Giuseppe Mazzotta, direttore dellUfficio Migrantes dellArcidiocesi di Siracusa per certi versi ancora più del Palajonio. Resta pur sempre un Centro emergenziale dove i ragazzi dovrebbero soggiornare al massimo una settimana. Invece le settimane in molti casi diventano mesi, in qualche caso invece i ragazzi riescono a sottrarsi alle maglie della sorveglianza e ad allontanarsi, non si sa bene verso quale destino. Intanto cresce, nel siracusano e non solo, la rete delle famiglie che decidono di accogliere in casa uno dei tanti minori non accompagnati giunti nelle nostre coste.
Spesso sono persone non iscritte nemmeno nei registri comunali delle persone affidatarie, ancora più spesso è gente che mai aveva immaginato di doversi misurare con la richiesta di accoglienza, fornita senza alcun sostegno da parte delle istituzioni civili, che pure sarebbero tenute per legge. (Nino Arena - Migrantes Messina)