FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Comitato di Presidenza CGIE

(4 dicembre 2014) - Il segretario generale annuncia l’invio al ministro degli Esteri, Gentiloni, del d.l. di riforma dell’intero sistema di promozione di lingua e cultura italiana all’estero, riflessione che da tempo occupa il Cgie e che è stata allargata a ministeri, istituzioni e altre realtà competenti
4 Dicembre 2014

(4 dicembre 2014) - Nella conferenza stampa, il Segretario generale del CGIE (Consiglio Generale Italiani all'Estero), Elio Carozza, si è soffermato sui lavori del Comitato di Presidenza: Legge di stabilità, rinvio dell’elezione dei Comites e funzionamento del Cgie. “Una volta assunta la responsabilità del rinvio delle elezioni dei Comites, - afferma Carozza - vanno adottate tutte le iniziative conseguenti, dall’informazione alla garanzia che il Cgie possa funzionare sino ad uno suo rinnovo, specie in mesi di concentrazione sulle riforme”.
I capitoli di spesa riguardanti gli italiani all’estero previsti dalla legge di stabilità, il funzionamento del Cgie e il rinvio delle elezioni dei Comites sono stati i temi al centro della riunione del Comitato di presidenza del Consiglio generale degli italiani all’estero svoltasi ieri ed oggi alla Farnesina. Un Cdp “non previsto”, spiega il segretario generale Elio Carozza in un incontro con la stampa a margine della riunione, ricordando come, in assenza di novità, a breve - il 19 dicembre - si sarebbero dovute svolgere le elezioni per il rinnovo dei Comites e di conseguenza il voto e l’insediamento di un nuovo Cgie. A modificare i piani, il rinvio delle consultazioni per il rinnovo dei Comites al 17 aprile 2015, questione la cui importanza avrebbe determinato da parte di alcuni membri del Consiglio - fa sapere Carozza - la richiesta di procedere con la convocazione di una plenaria e a cui si è deciso di rispondere con la riunione di questi giorni.
A preoccupare il Cdp – che incontra oggi anche i Comitati per le questioni degli italiani all’estero di Camera e Senato - i capitoli di bilancio per le politiche rivolte ai connazionali all’estero previsti dalla legge di stabilità, in particolare il taglio di due milioni e mezzo di euro per la diffusione della lingua e cultura italiana all’estero, che passerebbe - fa sapere il segretario generale, - salvo ulteriori modifiche, da circa 10 milioni a 8 milioni di euro, e quello al fondo patronati (ora dimezzato in 75 milioni di euro). Le richiesta formulate all’indirizzo del governo sono il ripristino dei fondi per la lingua e cultura almeno al livello del 2014 - circa 10 milioni di euro - ed un ripensamento sul taglio al fondo patronati, “tenendo presente il difficile momento attraversato dal Paese”.
Sul fronte lingua e cultura, in particolare, “il governo è cosciente della questione – assicura Carozza, richiamando l’attenzione più volte dimostrata dal sottosegretario agli Esteri Mario Giro e in ultimo la parole pronunciate dal premier Matteo Renzi nel corso della sua visita a Sydney ad un centro di assistenza scolastica. Richiamata poi l’importanza dell’attività svolta dai patronati all’estero, specie in un quadro di “sostanziale ridimensionamento della rete consolare”. “In alcune realtà oggi la presenza dei patronati è l’unico punto di contatto dei connazionali con il nostro Paese – afferma il segretario generale, che teme, in caso di loro assenza, “una proliferazione di privati che svolgerebbero pratiche a spese dei connazionali”, visto il numero di pensioni erogate all’estero, e chiede venga considerato anche il costo per lo Stato di attività che oggi vengono svolte unicamente dai patronati,  come le certificazioni di esistenza in vita.
Al Comitato per le questioni degli italiani nel mondo del Senato, incontrato questa mattina (nel pomeriggio l’incontro il Comitato della Camera dei deputati) – e in vista dell’esame in Aula delle legge di stabilità, - oltre alle due questioni sopra menzionate, è stato chiesto un intervento anche per “assicurare la funzionalità del Cgie”, destinando ad esso le risorse necessarie a svolgere il suo compito per tutto il tempo necessario, sino al rinnovo dell’organismo (non più maggio/giugno, come previsto se le elezioni dei Comites si fossero svolte il 19 dicembre, ma settembre/ottobre, se la data del rinvio al 17 aprile 2015 dovesse essere confermata). Ancora sull’esito di questo incontro, Carozza sottolinea come il Comitato sia in primo luogo impegnato al mantenimento dei servizi rivolti ai connazionali all’estero e a questo fine sarebbe indirizzata l’indagine sull’attività dei patronati al momento in corso e precisa come, sul fronte lingua e cultura italiana, oltre al ripristino di risorse almeno equivalenti a quelle stanziate nel 2014, sia in fase di valutazione la possibilità di recuperare parte dei risparmi derivanti dal rientro di circa 150 insegnanti di lingua italiana dall’estero, previsto nel 2015, per fondi da orientare sugli enti gestori.
Il segretario generale annuncia poi l’invio al ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ai presidenti di Camera e Senato, delle Commissioni Cultura dei due rami del Parlamento e a quelli dei Comitati per le questioni degli italiani all’estero, del disegno di legge di riforma dell’intero sistema di promozione di lingua e cultura italiana all’estero, riflessione che da tempo occupa il Cgie e che è stata allargata a ministeri, istituzioni e altre realtà competenti e a cui è stato dedicato un apposito seminario (dicembre 2012).
Sul rinvio delle elezioni dei Comites, il parere del Cgie – non richiesto, torna a lamentare Carozza, da parte del ministro – non era in linea di principio favorevole: “al ministro Gentiloni ribadiamo oggi con una lettera la necessità del rispetto del diritto – afferma il segretario generale, anche se riconosce l’opportunità di un’azione volta a favorire la partecipazione. “Una volta assunta, da parte del governo, la responsabilità del rinvio delle elezioni, vanno però adottate necessariamente tutte le iniziative conseguenti, dall’informazione relativa a tale rinvio alla garanzia che il Cgie, unico organismo che rappresenta le collettività presso le istituzioni dello Stato, possa funzionare sino ad uno suo rinnovo, specie in mesi di concentrazione sulle riforme come quelli che si annunciano a venire – precisa Carozza, che ribadisce la sua contrarietà, “condivisa - puntualizza - dalla stragrande maggioranza del Consiglio generale”, all’ipotesi di una riapertura dei termini di presentazione delle liste dei candidati. Ipotesi che sarebbe stata ventilata proprio nell’incontro con il Comitato per le questioni degli italiani nel mondo del Senato, e da inserirsi in sede di conversione in legge in Aula del decreto di rinvio del rinnovo dei Comites. “Anche su questo punto diciamo a Gentiloni di applicare la legge nella sua interezza – afferma Carozza, rilevando la possibilità prevista di riconvocare le elezioni nelle circoscrizioni in cui, per motivi diversi, siano state annullate. Il timore è che un ulteriore rinvio, o deroga alle norme, possa compromettere il rinnovo. “Non ci scoraggeremo, ma viviamo in un Paese in cui non ci sono più certezze – afferma il segretario generale, rilevando il “disorientamento” generato dal rinvio proprio in un momento in cui “il governo e l’allora ministro degli Affari Esteri, Federica Mogherini, avevano sbloccato l’impasse e dato un segnale di grande attenzione nei confronti dei connazionali all’estero”.
“La bassa partecipazione che si annunciava al voto – aggiunge Carozza - non è solo dovuta all’innovazione introdotta nelle modalità di voto, che è giusta - dice - ma frutto anche di uno scarso interesse verso il Paese che è anche ciò che si riscontra in Italia, con i dati di affluenza alle ultime elezioni amministrative”. Un disinteresse che, per quanto riguarda i connazionali all’estero, è frutto a sua volta - a detta del segretario generale - della mancanza di attenzione dimostrata nel passato da politica ed istituzioni ed è stata testimoniata in primis dall’incapacità di cogliere le potenzialità di un rapporto con i giovani italiani e di origine italiana all’estero che in questi anni hanno dimostrato attaccamento ed interesse per il nostro Paese in tutte le iniziative organizzate e promosse dal Cgie. Il coinvolgimento delle giovani generazioni è infatti uno dei “fili conduttori” che hanno guidato l’attività di questo Cgie, come evidenzia Carozza nell’introduzione ad un volume in uscita che raccoglie gli atti più significativi del Consiglio generale. “Un impegno che merita ancora attenzione vista l’attualità del documento prodotto in quella conferenza – afferma il segretario generale, che sollecita attenzione alle specificità continentali dei giovani italiani nel mondo, rilevando come invece in una dimensione europea debbano essere affrontate le questioni che riguardano i connazionali che vivono in altri Paesi membri dell’Unione, “cittadini europei a tutti gli effetti e le cui questioni possono costituire nuovo impulso alla cittadinanza europea”. A tal proposito richiama l’incontro sul tema organizzato nel 2010 al Senato con i Consigli europei dei residenti all’estero. (Inform)