Non si finisce mai di scoprire – e di imparare – attorno alla vita di Emilia Fernandez Rodriguez, la gitana spagnola nata il 3 aprile 1914 a Tijola e morta in carcere il 25 gennaio 1939, durante la guerra civile spagnola.
In un nuovo libro, Beata Emilia Fernandez Rodriguez, la gitana martire (Editrice Velar, 48 pp., 4 euro), ne racconta la vita padre Massimiliano Taroni, lunga esperienza nella pastorale giovanile di una parrocchia milanese e successivamente incaricato per le Missioni Francescane, attualmente al servizio della diocesi di Como. La presentazione del volume è affidata al card. José Saraiva Martins, già prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, mentre la postfazione reca la firma di don Giovanni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes, alla quale è affidata anche la pastorale dei Rom e dei Sinti. «I Rom e i Sinti occupano – scrive don Giovanni De Robertis – un posto particolare nel cuore del servizio della Fondazione Migrantes e questo volume [...] esalta, da un lato, una figura femminile , descrivendone la dura vita e come lei sia rimasta puramente sensibile, elemento questo che appartiene in modo primario al mondo delle donne, e dall'altro lato delinea la storia di una donna all'interno di una storia più complessa, fatta di emarginazione, ghettizzazione, esclusione».
Emilia Fernandez Rodriguez, cestaia gitana, viene arrestata il 21 giugno 1938 durante la guerra civile spagnola, come molti altri a causa della propria fedeltà al Vangelo. Dopo un processo sommario, nonostante sia incinta, viene condannata a sei anni di carcere. Costretta in una cella di isolamento, preda del freddo dell'inverno, Emilia si ammala gravemente e porta a termine con difficoltà la gravidanza il 12 luglio 1939, con la nascita di Angela. Per Emilia viene chiesta la grazia al governatore civile, senza alcuna risposta: muore sola in cella il 25 gennaio 1939.
Beatificata il 25 marzo 2017, Emilia Fernandez Rodriguez si aggiunge al novero degli altri gitani dei quali è riconosciuta la santità. Fra i più noti, Ceferino Giménez Malla, detto "El Pelé", anch'esso fucilato durante la guerra civile spagnola.