FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

E' legge il decreto Destinazione Italia

(25 febbraio 2014) - Prevede “forme di agevolazione” per le domande di ingresso e soggiorno per ricerca, studio o avvio di start-up innovative. Ma i ministeri degli Esteri, dell’Interno e del Lavoro dovranno prima inventarle
26 Febbraio 2014

(26 febbraio 2014) - Il decreto Destinazione Italia è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale  assieme alla legge di conversione, dopo l’ok definitivo arrivato in Senato giovedì scorso, 20 febbraio 2014. Così, diventa effettivo un altro pacchetto di norme che il governo Letta, ormai soppiantato dall’esecutivo Renzi, ha voluto con forza prima della fine del 2013 per rilanciare economia e competitività.
Tra le altre cose, vorrebbe attrarre e far rimanere nel nostro Paese talenti e investitori stranieri, anche semplificando e sveltendo le procedure per i visti d’ingresso e per i permessi di soggiorno.
L’articolo 5 dice che i ministeri degli Esteri, dell’Interno e del Lavoro, dovranno individuare “forme  di agevolazione nella trattazione delle domande di visto di ingresso e di permesso di soggiorno connesse con start-up innovative, con iniziative d'investimento, di formazione avanzata, di ricerca o di mecenatismo, da realizzare anche in partenariato con imprese,università, enti di ricerca ed altri soggetti pubblici o privati italiani”.
È una misura, conviene sottolinearlo, a scoppio ritardato. Finché quei tre ministeri non si muoveranno e, soprattutto, finché le soluzioni trovate non diventeranno operative, non cambierà nulla rispetto a oggi. Con il nuovo governo, toccherà a Federica Mogherini, Angelino Alfano  e Giuliano Poletti darsi una mossa.
Ci sono poi norme immediatamente operative, introdotte dal decreto Destinazione Italia modificando il Testo unico sull’immigrazione.
Tra queste, ed è una novità inserita nel testo durante l’esame in Parlamento, c’è l’esenzione dal test di italiano per i rilascio del permesso di  soggiorno CE rilasciato per lo svolgimento di attività di  ricerca. Oppure che anche gli studenti stranieri che hanno conseguito in Italia un master di primo livello (finora doveva essere di secondo livello) possono iscriversi per un anno alle liste di collocamento e, se intanto trovano un’occupazione,  avere un permesso per lavoro.
Viene anche abolito il tetto massimo per  visti d’ingresso e permessi di soggiorno destinati a studenti stranieri residenti all’estero che si iscrivono a università italiane. Non se ne accorgerà nessuno: i nostri atenei non hanno mai richiamato dall’estero così tanti stranieri da  sforare il tetto fissato dal governo.