(16 gennaio 2015) - Alla globalizzazione del fenomeno migratorio occorre rispondere con la globalizzazione della carità e della cooperazione, in modo da umanizzare le condizioni dei migranti. Nel medesimo tempo, occorre intensificare gli sforzi per creare le condizioni atte a garantire una progressiva diminuzione delle ra-gioni che spingono interi popoli a lasciare la loro terra natale a motivo di guerre e carestie, spesso luna causa delle altre. Così Papa Francesco nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2015, in calendario per
domenica 18 gennaio, sul tema: Chiesa senza frontiere: madre di tutti. La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2015 diventa come sempre loccasione per leggere nella Chiesa e nel nostro Paese la situazione delle migrazioni economiche e forzate. Il Messaggio del Papa, questanno, coniuga il tema delle migrazioni con il tema della fraternità - valore non solo religioso, ma civile -, della maternità della Chiesa, sollecitando percorsi educativi e culturali per costruire un mondo senza frontiere. Purtroppo la frontiera sembra essere una categoria di ritorno nel contesto europeo: lo dimostrano eventi discriminatori in crescita, uniti alla crescita di formazioni politiche fortemente nazionalistiche, come anche il ritorno al controllo delle frontiere nel Mediterraneo o referendum, come in Svizzera, per fermare la crescita dei lavoratori italiani frontalieri.
Nel 2014 cresce, invece, ancora lesigenza di varcare le frontiere per unemigrazione economica e forzata che diventa via via più consistente. In Italia è stato lanno del forte calo dei migranti economici che in alcune città è diventato anche il calo del numero degli immigrati per la prima volta a seguito di numerose partenze, ma della crescita esponenziale degli arrivi di migranti forzati. Il 2014 ha anche segnato un anno di numerose partenze di giovani italiani, di disoccupati per altri Paesi europei. Le nostre missioni cattoliche italiane in Germania, Svizzera, Inghilterra, Belgio, sono state non solo un importante osservatorio di questa mobilità italiana, ma anche un primo luogo di accoglienza per giovani, famiglie in cerca di lavoro e casa e che bussano alle porte. Ormai il numero degli emigranti italiani - oltre 4.500.000 - sta raggiungendo il numero degli immigrati in Italia, stimati in circa 5 milioni.
Quest'anno la regione Basilicata ospita le celebrazioni principali della GMM e l'augurio è che sia segno di un'attenzione ad una chiesa piccola, ma disponibile a servire a Cristo nel "forestiero" che bussa chiedendo pane e giustizia. Tale impegno e tali iniziative scuotano le coscienze di chi è chiamato governare questa Regione. Nascano nuove sensibilità, affinché si gestiscano sempre meglio le risorse del territorio e si creino opportunità di lavoro per una vita dignitosa si per chi arriva che per chi, purtroppo, è costretto ancora a partire. La Giornata abbia la giusta risonanza attraverso i mezzi di comunicazione, affinché la pagina storica delle migrazioni non sia l'ultima o quella esclusa dai libri di storia, perché non è una pagina gloriosa. Ma la storia, diceva Manzoni, è soprattutto opera di "genti meccaniche e di picciol affare...". La giornata lasci un segno positivo soprattutto nel cuore delle persone che vivono i momenti celebrativi nelle varie realtà della Regione.