La Sacra Cintola di Maria, simbolo religioso e civile della città di Prato, e la Madonna di Sheshan, patrona della Cina, hanno unito nella preghiera i cinesi cattolici d’Italia. Ieri mattina nella cattedrale di Santo Stefano il vescovo, mons. Giovanni Nerbini, ha prresieduto l’ostensione straordinaria della preziosa reliquia mariana davanti a quattrocento fedeli di nazionalità cinese, arrivati nella città toscana per partecipare al raduno promosso in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina. “La conoscenza reciproca è fondamentale – ha detto mons. Nerbini – capire la cultura di un popolo, le sue abitudini, le sue tradizioni, che all’inizio possono sconcertare perché lontane e diverse dalle nostre, è fondamentale; perché solo attraverso la comprensione di ciò che di bello e di originale ogni etnia porta con sé, si può costruire il nostro futuro”. A rappresentare l’amministrazione comunale di Prato era presente in cattedrale il vicesindaco Simone Faggi: “una iniziativa del genere aiuta a creare connessioni e la Chiesa cattolica pratese sta facendo un lavoro straordinario all’interno del Macrolotto zero, dove vive la maggior parte della popolazione cinese residente in città. Solo lavorando insieme, nella quotidianità, si possono creare quelle occasioni che rendono un gruppo di persone una comunità”. L’ostensione è stata “straordinaria” perché la Sacra Cintola, che per la tradizione è appartenuta a Maria, viene mostrata soltanto cinque volte all’anno, secondo un calendario codificato da secoli. In determinate occasioni, e in accordo con il Comune, proprietario della reliquia insieme alla Diocesi, è possibile estrarre la reliquia dallo scrigno dove è custodita da secoli per mostrarla alla venerazione dei fedeli. L’ultima volta è stata nel 2020, durante la pandemia da Covid, per invocare la protezione della Madonna sulla città. Al termine della preghiera mariana, e dopo la tradizionale foto di rito davanti al sagrato della cattedrale, i partecipanti al raduno si sono mossi in processione recitando il rosario in cinese e in italiano. Un lungo serpentone colorato, aperto da un gruppo di donne in abiti tradizionali che si muovevano al ritmo di tamburi, è partito da piazza Duomo ed è arrivato a piedi fino alla parrocchia dell’Ascensione al Pino, nella periferia ovest della città, sede della comunità cattolica cinese di Prato e centro delle iniziative di questa due giorni di festa. Qui da oltre vent’anni i parrocchiani pratesi e quelli di nazionalità cinese convivono e lavorano insieme creando uno scambio non solo culturale, ma anche nella vita di fede. A testimonianza di questa unione c’è il grande impegno profuso dalla parrocchia nell’organizzazione dell’evento: c’è chi ha curato l’accoglienza, chi ha allestito il salone per il grande pranzo finale e chi, in particolare le parrocchiane, hanno preparato i dolci per tutti i partecipanti. La mattinata si è chiusa con una messa presieduta dal vescovo mons. Nerbini e concelebrata da oltre sessanta sacerdoti, in gran parte cinesi. Le preghiere e le invocazioni sono state recitate in italiano e in cinese. Per il Comune di Prato era presente l’assessore Gabriele Bosi. “Questa per noi è una grandissima occasione per mostrare a tutti la vita cristiana della comunità cattolica di Prato – dichiara don Pietro Wang, cappellano della comunità pratese – farsi vedere, ribadire una presenza può essere occasione di evangelizzare e di ribadire la nostra volontà di vivere in fraternità con tutti, italiani e cinesi”. In Italia sono presenti dieci comunità cattoliche cinesi, le più numerose sono quelle di Milano, Roma, Napoli e Prato, dove risiede la comunità orientale più popolosa d’Italia. In totale sono circa ottocento fedeli, “un numero piccolo di persone che però vivono la propria fede con grande speranza”, sottolinea don Paolo Kong, cappellano della comunità di Napoli e coordinatore di tutte le comunità cinesi italiane. In un messaggio il direttore generale della Fondazione Migrantes., mons. Pierpaolo Felicolo, ha ringraziato il presule aretino per avere accolto l’invito ad ospitare e presenziare la liturgia per questo “importante appuntamento che vede riunita la comunità cinese in Italia. Come Direttore dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Roma e oggi come Direttore Generale della Fondazione Migrantes – ha scritto mons. Felicolo- ho avuto occasione di incontrare le vostre comunità attive e ricche di fede che vivono nel nostro Paese ricevendo ogni volta la conferma della vostra grande Fede e pensando al dono della vostra presenza in Italia. Una piccola comunità cattolica ma significativa seguita da 20 sacerdoti e 35 religiose ai quali va il nostro grazie per il lavoro che svolgono e per mantenere viva la fede dei connazionali”. Un messaggio è giunto anche dal card. Pietro Parolini, segretario di Stato vaticano.La giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, che cade il 24 maggio, è stata istituita da Benedetto XVI nel 2007, per invocare l’unità dei cristiani e lo sviluppo della fede nel paese del Dragone. La ricorrenza si tiene in tutto il mondo e in Italia viene celebrata ogni anno in una città diversa, nel 2022 si è tenuta a Milano e questa volta a Prato, dove già era stata festeggiata undici anni fa. (R.I.)