FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

I volti della mobilità: i rifugiati, i profughi e gli universitari stranieri

Volti poco conosciuti del mondo delle  migrazioni Due volti di persone oggi in mobilità il Papa Benedetto XVI ha ricordato nel Messaggio per la Giornata Mondiale dei Migranti 2011: i rifugiati e i profughi, gli universitari stranieri. Sono due volti diversi: gli uni, i rifugiati e profughi, sono persone vittime di una migrazione forzata, provocata […]
17 Dicembre 2010
Volti poco conosciuti del mondo delle  migrazioni
Due volti di persone oggi in mobilità il Papa Benedetto XVI ha ricordato nel Messaggio per la Giornata Mondiale dei Migranti 2011: i rifugiati e i profughi, gli universitari stranieri. Sono due volti diversi: gli uni, i rifugiati e profughi, sono persone vittime di una migrazione forzata, provocata da guerre, persecuzioni e calamità naturali; gli altri, gli universitari, sono i volti di una migrazione aperta al nuovo, culturale. Entrambi questi volti noi incontriamo nelle nostre città, entrano nei percorsi di vita sociale, economica e culturale, offrendo anche uno spaccato non sempre considerato della mobilità umana oggi.
 
I rifugiati, i profughi
Sono milioni - si parla di 43,3 milioni - le persone nel mondo costrette a una migrazione a causa di conflitti armati, persecuzioni a motivo di razza, nazionalità o religione, ragioni politiche, disastri naturali. È una migrazione atipica, talora fatta di sfollati (27 milioni), altre volte di richiedenti asilo e rifugiati o apolidi (oltre 15 milioni), in continua crescita. È un mondo a cui le Nazioni Unite prestano particolare attenzione a partire dagli anni ’50. I principali Paesi oggi coinvolti da questa migrazione forzata sono: l’Afganistan (2.887.123), l’Iraq (1.785.212), la Somalia (678.309), la repubblica Democratica del Congo (455.850), Myanmar (406.669). I maggiori Paesi che accolgono i rifugiati sono: il Pakistan (1.740.711), l’Iran (1.070.488), la Siria (1.054.466), la Germania (593.799), la Giordania (450.756).
Rispetto al 2008 il numero totale di richiedenti asilo è rimasto stabile nei Paesi industrializzati con 377.000 domande. Il numero di richieste è cresciuto in 19 Paesi ed è calato in 25 Paesi. Da rilevare l’incremento del 13% nei Paesi del Nord Europa con 51.000 domande, con una crescita del 25% in Germania, del 19% in Francia. Al contrario le domande d’asilo sono fortemente calate nei Paesi meridionali dell’Europa, con poco più di 50.000 richieste. In Italia il calo è del 42%, in Turchia del 40%, in Grecia del 20%). Oggi in Italia ci sono 55.000 rifugiati, un numero contenuto se paragonato ad altri paesi europei: Germania (quasi 600.000), Regno Unito (270.000), Francia (200.000), Olanda (80.000). Se in Italia abbiamo un rifugiato ogni 1000 abitanti, in Svezia 9, in Germania 7, nel Regno Unito 5 ogni 1.000 abitanti.
Per quanto riguarda le domande d’asilo, in Italia nel 2009 i dati evidenziano un drastico crollo: dalle 30.145 domande dell’anno 2008 si è passati a 17.670 richieste nel 2009. Il tema dei respingimenti in mare, una politica che nel Mediterraneo ha interessato anche l’Italia, rischia di ledere profondamente i diritti dei richiedenti asilo e la protezione internazionale, perché non permette di identificare i migranti e verificare la situazione personale. La maggior parte dei richiedenti asilo giunti in Italia nel 2009 proveniva dal continente africano: Nigeria (3.710), Somalia (1.490), Eritrea (865). Dall’Asia le richieste d’asilo maggiori sono state di persone che provenivano dal Pakistan (1.250), Bangladesh (1.195). I quattro Paesi di origine dei richiedenti asilo ai quali le autorità italiane hanno concesso nel 2009 l’asilo a 2.250 persone, provenienti soprattutto dai seguenti Paesi: la Nigeria (420), la Serbia (160), il Ghana (130), Turchia (125), Pakistan (115). Per altre 5.000 persone provenienti soprattutto dalla Somalia (2.355 casi), l’Eritrea (1.260), l’Afganistan (665) e l’Iraq (340) è stata concessa la protezione internazionale.
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Anche per il piccolo mondo dei rifugiati in Italia, a diverso titolo, un problema di fondo è il processo d’integrazione. A questo obiettivo cerca di rispondere lo SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati), la rete di accoglienza coordinata dall’ANCI, che ha dieci anni di vita e che nell’ultimo anno 2009, in collaborazione anche con molte strutture ecclesiali, ha accolto 7.845 persone. I progetti realizzati sono stati 138, in 68 province di 19 regioni. Il 75% delle persone accolte sono state uomini, il 25% donne, con un’età media compresa tra i 18 e i 40 anni. Si è trattato in prevalenza di giovani e adulti ‘single’, mentre i nuclei familiari sono stati 715, per un totale di 2.035 persone, di cui oltre 1.000 minorenni.
 
Gli universitari stranieri
L’Europa è un grande Continente di mobilità studentesca: il 59,7% degli studenti universitari stranieri sono concentrati in Europa. La mobilità è cresciuta e continuerà a crescere anche sulla base di accordi interuniversitari e a progetti europei (Erasmus, ad esempio; Marco Polo, riservato agli universitari cinesi). Quella degli universitaria è una mobilità che è condivisa tra le diverse nazioni europee. Sono diverse migliaia anche gli universitari italiani che studiano in Università straniere.
Nell’anno accademico 2008-2009 gli universitari stranieri in Italia risultano essere 54.707, il 3,1% della totalità degli iscritti alle università italiane (1.759.039), con un aumento del 5,6% rispetto all’anno precedente. Sono il 4% i nuovi immatricolati, pari a 11.341. Il 56% degli iscritti e il 58% degli immatricolati frequentano quattro facoltà: economia (17,6% tra gli iscritti e il 21,5% tra gli immatricolati), medicina e chirurgia (14,7% e 12%), ingegneria (13,2% e 15,1%) e lettere e filosofia (10,4% e 9,6%).
Il Centro Italia e non il Nord Italia - contrariamente quindi al trend dell’immigrazione - è l’area più alta degli iscritti stranieri. Sono il 34% degli studenti (oltre il 10% in più della presenza degli stranieri); seguono il Nord Ovest (30,3%) e il Nord Est (26,6%); infine il Sud (7,2%). La mobilità degli studenti in Italia non corrisponde alla mobilità in genere, ma segue piuttosto le città sedi di università. Roma, con le sue numerose sedi universitarie,a cui seguono Perugia, Firenze o Pisa per il Centro; Roma, Milano e Genova per il Nord Ovest; Padova, Trieste e Bologna per il Nord Est; e Bari e Napoli per il Sud: sono queste le sedi universitarie di maggiore attrazione per i stranieri.
La regione con il maggior numero di iscritti alle Università è la Lombardia (9.719); seguono il Lazio (9.498), l’Emilia Romagna (7.518), la Toscana (5.089), il Piemonte (5.044).
Il gruppo più numeroso di universitari stranieri in Italia sono gli albanesi, con 11.380 iscritti; altre presenze significative riguardano i greci e i cinesi (oltre 5.000, quasi il 7%); i rumeni (4.000, oltre il 6%) e i camerunensi (3.000, quasi il 4%). Tra gli universitari che registrano una maggiore crescita tra gli iscritti stranieri nelle università sono da ricordare i cinesi (con una crescita del 10,9%), i rumeni (con una crescita del 9,9%). Nel 2009 si sono laureati 6.240 universitari stranieri.
 
Una migrazione nuova e giovane
Entrambi i volti delle migrazioni hanno spesso come protagonisti i giovani, provenienti dai diversi Continenti, da situazioni lontane fra loro, ma al tempo stesso che esprimono gli stessi tratti: la voglia di pace e di sicurezza, il desiderio di conoscenza e di ricerca. Il futuro del nostro paese dipende anche dalla valorizzazione di questo incontro straordinario.