FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il cuore grande di Ibrahim

(28 luglio 2014) - È stato accolto con una gran festa e una partitella a pallone, passione a cui Ibrahim non sa rinunciare
28 Luglio 2014
(28 luglio 2014) - Ibrahim ha il cuore grande, ma nel suo caso non si tratta di una bella metafora. Il dottore volontario che lo visita a febbraio, presso la struttura della diocesi di Ragusa dove è ospitato assieme ad altri 47 ragazzi suoi connazionali del Gambia, dopo essere stato raccolto dalla Nave San Marco in pieno Mediterraneo, nota subito qualche anomalia nel cuore di questo ragazzo di 19 anni. Lui sembra quasi indifferente al problema e continua a giocare a pallone con i suoi connazionali, imperterrito nel seguire il sogno di diventare un calciatore. Fin dal giorno successivo al primo controllo per Ibrahim comincia una trafila di visite ed ospedali che lo allontanano da amici e fantasie di successo. A Modica il cardiologo si meraviglia che ce l’abbia fatta ad attraversare il deserto e poi il mare: “Probabilmente è vivo solo perché è giovane, bisogna intervenire subito”. Le lastre rivelano un ingrossamento abnorme del cuore che mette a serio rischio la vita del ragazzo. La struttura individuata è quella dell’Ospedale Ferrarotto di Catania che accerta la necessità, dopo una pesante terapia farmacologica, di un intervento a cuore aperto per consentire al muscolo cardiaco di riacquistare una dimensione normale.
Ibrahim viene operato a fine marzo, con un intervento che è durato oltre sette ore. Solo dopo diversi giorni in rianimazione, i sanitari lo dichiarano fuori pericolo, anche se dovrà seguire delle terapie per tutta la vita. Lo adottano, oltre al personale medico e paramedico dell’ospedale catanese, anche tre famiglie vicine al Movimento dei Focolari, trovate grazie alla rete intessuta tra la diocesi di Ragusa e quelle di Catania ed Acireale. Sono queste famiglie che parlano con gli specialisti, gli stanno accanto nei momenti di sconforto, lo portano a casa, lo accompagnano per la riabilitazione e le terapie.
Lo scorso maggio Ibrahim, accompagnato dalla sua famiglia adottiva catanese e con indosso una maglietta del Milan, è tornato presso la struttura ragusana per riabbracciare i connazionali con cui ha condiviso i momenti terribili della fuga e del viaggio. Ha trovato 47 fratelli maggiori che lo attendevano con trepidazione, ansiosi di rivederlo. È stato accolto con una gran festa e con una obbligatoria, anche se moderata, partita a pallone, passione a cui Ibrahim non sa rinunciare.
Attualmente Ibrahim è ospite di una struttura dello SPRAR di Aci Sant’Antonio ed è in attesa di vedersi riconosciuta la domanda per lo status di rifugiato politico. In caso di accoglimento, ci racconta la famiglia che lo segue, si potrebbe già ipotizzare un inserimento lavorativo adeguato alla sua patologia. Perché da adesso in poi, per Ibrahim, avere un cuore grande significherà soltanto poter ricambiare l’affetto e l’accoglienza dei tanti amici che hanno fatto il tifo per lui, ancor di più che se fosse diventato un calciatore.
 (Vincenzo La Monica - Migrantes Ragusa)