FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il Senato ha approvato l’abolizione del reato di clandestinità

(23 gennaio 2014) - Sì del Senato all' abrogazione art.10-bis testo unico immigrazione, ma il reato resta per i recidivi. I tempi sono lunghi: servono ancora l’ok della Camera e i decreti del governo
23 Gennaio 2014
(23 gennaio 2014) - L’aula del Senato ha approvato, il 21 gennaio 2014, il disegno di legge delega sulle pene detentive non carcerarie.
L’articolo 2, comma 3, lettera b, dà infatti mandato al governo di “abrogare, trasformandolo in illecito amministrativo, il reato previsto dall'articolo 10-bis del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, conservando rilievo penale alle condotte di violazione dei provvedimenti amministrativi adottati in materia”.
In pratica, l’espulsione rimane, ma viene depenalizzato l’ ingresso e soggiorno irregolare in Italia. Inoltre, continuerà ad essere reato non obbedire a un foglio di via o rientrare dopo un’espulsione, così come violare disposizioni amministrative contro gli irregolari, come ad esempio l’obbligo di firma in Questura o la consegna del passaporto.
Introdotto nel 2009 dalla legge sulla sicurezza, il reato di clandestinità non manda in galera nessuno, ma fa diventare un criminale chi non ha un permesso di soggiorno e obbliga i tribunali a istruire processi che si concluderanno con un’espulsione. Lo stesso traguardo delle espulsioni amministrative, che pure rimangono in vigore. E senza alcuna garanzia in più che il rimpatrio sia effettivamente eseguito.
Va ricordato che questo è solo un primo passo. Il disegno di legge in Senato ha subito delle modifiche e quindi dovrà tornare alla Camera dei Deputati per l’approvazione definitiva. Se poi a Montecitorio arriveranno altre correzioni, il testo tornerà di nuovo a Palazzo Madama.
Soprattutto, bisogna tenere presente che, anche dopo il sì definitivo e l’entrata in vigore, sarà comunque una legge delega. Toccherà quindi al governo scrivere i decreti legislativi per darle completa attuazione.