FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Immigrazione, il piano dell'Europa per aiutare l'Italia

(9 gennaio 2015) - Il Commissario UE agli Affari Interni sta scrivendo quella che, nelle intenzioni, deve diventare la spina dorsale d’una vera politica dell’Immigrazione, cosa di cui in Europa si parla da sempre, ma che gli Stati non hanno mai dimostrato di volere
9 Gennaio 2015
(9 gennaio 2015) -  L’Europa si è finalmente decisa a correre in aiuto dell’Italia e degli altri paesi del Sud che non sono più in grado di gestire da soli il problema dell’immigrazione. Ecco cosa cambierà:
Siamo abituati a vivere l’immigrazione clandestina come una brutta gatta da pelare che l’Europa ci sbologna senza tanti complimenti. E in effetti è stato così a lungo. Ma forse ora qualcosa sta cambiando. Il commissario europeo Dimitris Avramopoulos sembra intenzionato a correre in aiuto di Italia, Spagna e Grecia, ovvero i tre paesi dell’Unione maggiormente esposti sul fronte degli sbarchi.
Il piano di Avramopoulos si basa su quattro misure. La prima è il maggior controllo delle frontiere. Attualmente l’Unione Europea destina 90 milioni l’anno per Frontex, il programma di pattugliamento delle frontiere. Non bastano e la nuova Commissione lo sa. Si pensa di raddoppiarli, coinvolgendo maggiormente i paesi del Nord nelle grane di frontiera di quelli del Sud.
Il secondo punto è una revisione delle regole per l’asilo politico. In questo momento, a causa delle moltissime richieste, i paesi faticano a gestire l’enorme flusso di pratiche. Le regole saranno riviste e possibilmente semplificate. Ma se l’Italia rimprovera ai paesi del Nord di non impegnarsi abbastanza nella difesa dei confini marittimi, Germania, Svezia e altri paesi rimproverano agli stati del Sud di non ospitare abbastanza immigrati. Si procederà quindi alla messa a punto di un meccanismo che suddivida i nuovi arrivati equamente tra gli stati.
Infine l’immigrazione legale, quella che non si fa con le carrette del mare ma secondo le regole. Tra 5 anni nell’UE ci saranno 15 milioni di persone attive (quindi forza lavoro) in meno. Questo dato deve far riflettere. L’Europa rischia di morire di vecchiaia e deve trovare un modo per inglobare e formare nuova forza lavoro in maniera legale e senza venire sommersa da una pericolosa e ingestibile marea di clandestini. (urbanpost.it)
 
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