FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

In Gesù Cristo il nuovo umanesimo

(6 novembre 2015) - Il 9 novembre, alle 17,00, nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore i saluti iniziali di S.Em. il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, e il sindaco Dario Nardella. Seguirà la celebrazione dei Vespri e la prolusione di S.E. mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente del Comitato preparatorio del Convegno
6 Novembre 2015
(6 novembre 2015) - “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” è il tema del V Convegno Ecclesiale Nazionale, al quale martedì 10 novembre interverrà papa Francesco. Il coinvolgimento e l’impegno che hanno accompagnato la ricezione dell’Invito a Firenze 2015 sono motivo di grande gioia. Moltissime sono state infatti le risposte – narrazioni, testimonianze, suggerimenti, raccomandazioni – arrivate al Comitato preparatorio da tutte le componenti della Chiesa italiana. Segnali concreti che lasciano sperare che il cammino verso il Convegno possa essere davvero «sinodale», un «convenire insieme» com’è proprio dello stile di Chiesa. Un cammino che muove non solo attraverso i documenti ma anche in rete, sul sito (www.firenze2015.it), pensato come luogo per preparare, accompagnare e proseguire i lavori del Convegno. Queste generose risposte all’invito, già da sole e al di là di ogni analisi, ci dicono molte cose: ci parlano di un bisogno di discernimento comunitario di fronte alle sfide del mondo contemporaneo, ma suggeriscono anche la voglia di camminare insieme, di assaporare il gusto dell’essere Chiesa, qui e oggi, in Italia. «Gustare» è proprio la parola che esprime meglio questa realtà. Ci viene dal Salmo 33: «Gustate e vedete com’è buono il Signore». È un «sentire con la bocca» ma è anche una conoscenza intima, come quella del bambino che conosce la mamma anzitutto attraverso la dolcezza del latte, prima ancora di metterla a fuoco con gli occhi. Quando la “vedrà”, lo sguardo non sarà neutro o estraneo a ciò che ha gustato, bensì già colmo del sapore dell’affetto e della gratitudine. Uno sguardo grato vede diversamente, vede anche l’invisibile, perché potenziato dall’amore. E, in un mondo dove ormai solo la tecnica è considerata fonte di potenziamento, già questa è una prospettiva sorprendente. È proprio questo «gusto per l’umano» a tenere insieme e collegare le esperienze e le riflessioni giunte al Comitato preparatorio, in totale sintonia con il suggerimento dell’Invito: «Leggere i segni dei tempi e parlare il linguaggio dell’amore». Ed è allora questa «conoscenza che diventa amore» la vera sfida cui siamo chiamati. Il «nuovo umanesimo» di Firenze ha le sue radici prima di tutto nei nostri cuori, nell’esperienza contagiosa di Gesù Cristo che riusciamo a vivere insieme. (Presentazione)