Nella visione della gente comune e, incredibilmente, anche in una parte delle stesse amministrazioni pubbliche titolari, i progetti SPRAR non si differenziano delle accoglienze in emergenza e dai cosiddetti CAS. Per questo motivo alcuni progetti sono stati osteggiati dalla popolazione e da esponenti politici che paventavano timori per la sicurezza e la salute pubblica, arrivando perfino a sostenere, nel Comune di Scicli, una raccolta firme per impedire la presenza di donne e bambini in un locale adiacente a una scuola pubblica.
Nei fatti, invece, i progetti SPRAR rappresentano una risposta allavanguardia per linserimento dei richiedenti asilo poiché si occupano di inserimento garantendo una accoglienza che viene definita integrata, ovvero capace di offrire non solo vitto e alloggio, ma anche attività di accompagnamento sociale, finalizzate alla conoscenza del territorio e alleffettivo accesso ai servizi locali, fra i quali lassistenza socio-sanitaria. Si attuano inoltre attività di alfabetizzazione, liscrizione a scuola dei minori in età dellobbligo scolastico, il sostegno legale, la formazione lavoro e laccompagnamento allabitare autonomo. La bontà del sistema è tale che è stata assunta come sistema di riferimento dal Ministero dellInterno anche per i nuovi bandi di affidamento per i CAS.
Tonino Solarino che è presidente della Fondazione San Giovanni Battista, ormai impegnata da quasi 15 anni con progetti di seconda accoglienza della rete SPRAR si sofferma su questo modello di integrazione facendo capire perché è stato questo il modello preferito dalla Chiesa locale: Con i centri SPRAR si afferma un modello di integrazione capace di salvaguardare una dimensione comunitaria, considerato che ogni progetto ospita al massimo 20-25 persone ed evita le possibili conseguenze dei grandi centri di accoglienza che rischiano, a volte, lanonimato e di calpestare i diritti dei singoli. Unaccoglienza capace di garantire tutela dei diritti e pretendere rispetto dei doveri da parte degli ospiti stranieri. La vocazione di una civiltà evoluta deve essere quella di tendere verso la costruzione di una Civitas, aperta ai cambiamenti e a quanto di buono riesce a produrre il confronto, lo scambio, lintegrazione tra le culture. Lo scenario in cui ci si trova oggi presenta una grande sfida: far incontrare due mondi cresciuti con paradigmi esistenziali e relazionali diversi. Luno fondato sul benessere, la democrazia, la centralità della persona e dei suoi bisogni, laltro basato sulla lotta per la sopravvivenza, la guerra e la fame. Questo rappresenta un grande sfondo su cui costruire relazioni e schemi nuovi di civiltà a partire dai nostri territori. Un motivo non secondario di importanza è che i progetti SPRAR finanziati sul nostro territorio per i prossimi tre anni metteranno in circolo tra reddito diretto di forza lavoro (e quindi rimesso in circolo sotto forma di consumo) e future commesse con fornitori o servizi ma anche piccoli commercianti, circa tredici milioni di euro. (Vincenzo La Monica - Migrantes Ragusa)