FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Memorie Migranti: tra i vincitori il documentario '88 giorni nelle farm australiane'

(12 aprile 2017) - Con una vasta platea, si è conclusa la tredicesima edizione del Concorso Video Memorie Migranti, promosso dal Museo dell’Emigrazione Pietro Conti di Gualdo Tadino e dall’Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea, con il patrocinio del Comune, della Regione Umbria e la partecipazione di Rai Teche
12 Aprile 2017

(12 aprile 2017) - Alla presenza di una vasta platea, si è conclusa la tredicesima edizione del Concorso Video Memorie Migranti, promosso dal Museo dell’Emigrazione Pietro Conti di Gualdo Tadino e dall’Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea, con il patrocinio del Comune, della Regione Umbria e la partecipazione di Rai Teche. Venerdì 7 aprile, presso il Cinema Teatro Don Bosco, il pubblico in sala ha potuto ammirare in anteprima i video vincitori: cortometraggi capaci di raccontare con trasporto le storie, i sentimenti, gli addii, le sofferenze, le delusioni ma anche i successi della grande epopea dell’emigrazione italiana. “Un’emigrazione raccontata”, spiega Catia Monacelli, Direttrice del Museo, “non solo attraverso i dati storici, ma anche dalle testimonianze di chi oggi torna a partire, giovani e meno giovani, laureati ed operai, alla ricerca di un futuro migliore all’estero”. Ospite d’onore il giornalista Gianluca Picciotti, Vice Direttore delle Teche Rai, che ha ricordato con passione l’importanza dell’emigrazione italiana all’estero, non solo come fenomeno sociale, ma anche come momento di incontro culturale: “gli audiovisivi ed il cinema hanno saputo raccontare questa epopea storica e le Teche Rai costudiscono la memoria di un evento che oggi si rinnova, seppur con altre dinamiche”.
In questa edizione per la categoria “Andati in onda” vince il documentario "88 giorni nelle farm australiane", per la regia di Matteo Maffesanti, la ricerca di Michele Grigoletti e Silvia Pianelli, prodotto della Fondazione Migrantes. Un lavoro che presenta un’accurata descrizione del contesto attuale dell’emigrazione italiana in Australia in cui si inseriscono i diversi racconti personali di una nuova generazione che decide oggi di lasciare il Bel Paese. L’arrivo di italiani in Australia supera da tre anni lo storico flusso migratorio degli inizi degli anni Cinquanta, con più di 24.000 nuove presenze suddivise in residenti temporanei, residenti permanenti e nuovi cittadini australiani. Ai 14.138 giovani italiani arrivati in Australia, nel 2014-15, con un visto Working Holiday, si aggiungono i 5.602 giovani italiani titolari del visto Student e i 2.105 professionisti del visto Skilled Work, solo per elencare la tipologia dei visti più numerosi. Ai dati dei cittadini italiani arrivati in Australia con un visto temporaneo, vanno aggiunti i 1.355 cittadini italiani che hanno ottenuto la residenza permanente e gli 824 cittadini italiani che hanno acquisito la cittadinanza australiana, per un totale (parziale) di 24.024 giovani italiani solo negli ultimi dodici mesi. Un moderno fenomeno migratorio che, quindi, nel 2014-15 ha raggiunto e superato il numero di italiani emigrati in Australia nel 1950-51 i quali, secondo le statistiche del Department of Immigration, furono 19.007.
La recente emigrazione italiana in Australia ha una caratteristica molto particolare: il tentativo, continuo, incessante di prolungare la propria permanenza nel Paese. Un tentativo che, quando il percorso migratorio si conclude in maniera positiva, porta all’ottenimento della residenza permanente che permette di accedere alla cittadinanza australiana. Un percorso che mira a cambiare la propria condizione di migranti da “temporanea”, definita dalla durata del visto stesso (una situazione instabile, precaria, difficile da gestire proprio per i limiti temporali che impediscono la pianificazione e la realizzazione di progetti a lungo termine), a “permanente”, indefinita, illimitata. Una migrazione a due fasi, dunque, che inizia con l’arrivo in Australia per mezzo di un visto temporaneo e si completa, dopo un periodo medio-lungo, con l’ottenimento della residenza permanente.
Il video-reportage 88 giorni nelle farm australiane  – allegato alla ricerca Giovani Italiani in Australia. Un “viaggio” da temporaneo a permanente (Tau Editrice, 2016) e della durata di 35 minuti – è stato registrato nelle cittadine di Griffith, nel Nuovo Galles del Sud, durante la stagione della raccolta delle zucche e delle angurie, del riso e del cotone; e a Shepparton, Tatura e Murchison, nel Victoria, durante la stagione della raccolta delle mele, delle pere e dei pomodori. Queste zone sono accomunate tra loro dalla presenza di una storica comunità italiana, stabilitasi negli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso. Negli ultimi anni, le città di Griffith e Shepparton sono diventate sempre più conosciute e una tappa quasi obbligatoria per molti dei giovani italiani alla ricerca di farms dove poter lavorare. Sulla base di centinaia di interviste raccolte, e dopo aver individuato i concetti e le parole chiave, nel video-reportage vengono evidenziati i concetti fondamentali raccontati in prima persona da 20 testimoni privilegiati.
Queste testimonianze permettono di comprendere le reali intenzioni dei giovani italiani in Australia e la loro analisi dimostra l’importanza delle farm come esperienza di crescita personale, di maturazione e di evoluzione, e mostra che le motivazioni della partenza, associate ai benefici e ai valori riscoperti, svolgono un ruolo fondamentale nella scelta del giovane italiano di rimanere in Australia per un tempo molto più lungo di quanto inizialmente preventivato. In breve è possibile affermare che un giovane che lascia l’Italia perché non ha “nulla da perdere”, che durante gli 88 giorni in farm ha trovato “meritocrazia” e ha riscoperto la capacità di credere ancora in se stesso, sia incline a rimanere in Australia e a cercare ogni possibile via per prolungare la residenza.
Alla premiazione ha partecipato, per la Fondazione Migrantes, mons. Luigi Filippucci – Direttore regionale Migrantes per l’Umbria – che ha sottolineato l'importanza fondamentale della conoscenza dell'altro per capire qualsiasi fenomeno in corso, considerando di primaria importanza la centralità dell'essere umano. Una visione che corrisponde pienamente alle storie raccontate nel reportage, ma soprattutto che trova un riscontro immediato nell’operato diocesano di ciascun territorio in cui la Migrantes si trova ad essere impegnata.