FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“Mi chiamo Augusto e taglio le siepi per conto di Dio”

(26 febbraio 2015) - Mentre sfoltisce e modella i ciuffi d’erba, in effetti, dalle siepi sbucano, impreviste e moleste, diverse bottiglie di birra e lattine vuote. Un torto per la chiesa e per Dio, cui Augusto si sente in dovere di porre subito rimedio
26 Febbraio 2015
(26 febbraio 2015) - Cosa ci fa un africano a potare le siepi in una piazza palermitana? Non capita spesso di vedere qualcuno che lavori di gran lena per sistemare il verde pubblico. Inoltre, l’operaio lavora da solo e non è accompagnato da nessuno che, nel frattempo, legga il giornale o mangi un prodotto da rosticceria. Se poi aggiungiamo che il lavoratore è di colore, si comprende bene come la scena possa risultare a dir poco anomala.
La curiosità per l’evento spinge l’osservatore a cercare di capirne di più. Avvicinandoci al lavoratore e non notando alcuna sigla sulla sua casacca, escludiamo che il giardiniere lavori per una delle aziende-società-cooperative che, in qualche modo, potrebbero essere investite da compiti di manutenzione pubblica o della cura del verde comunale.
- “Mi chiamo Augusto” ci dice sorridente l’uomo, mentre sfoltisce alacremente le siepi.
- “Chi ti chi ha detto di fare questo lavoro?”, chiediamo.
- “Me lo ha detto Dio”, risponde.
- “Dio in persona?”, incalziamo.
- “Sì, Dio”, ribadisce l’operaio, indicando il cielo.
Di fronte a tanta sicurezza non possiamo che arrenderci al mistero. Il giardino da ripulire, non a caso, è quello della chiesa di Maria SS. della Lettera, all’Acquasanta, una di quelle periferie che Papa Francesco ama tanto e che invita incessantemente a perlustrare.
Capiamo così che il giardiniere si sente veramente chiamato a rendere un servizio a Dio. Augusto abita a qualche centinaio di metri dalla chiesa e quello sbuffo di verde lo conosce bene.
- “Passo sempre qui davanti e non mi piace vedere questo spazio sporco”, spiega.
Mentre sfoltisce e modella i ciuffi d’erba, in effetti, dalle siepi sbucano, impreviste e moleste, diverse bottiglie di birra e lattine vuote. Un torto per la chiesa e per Dio, cui Augusto si sente in dovere di porre subito rimedio.
Il giardiniere è originario della Costa d’Avorio e vive in Italia da oltre un decennio. Giusto un anno fa ha chiesto e ottenuto il ricongiungimento con moglie e figli. Dal modo in cui armeggia con le cesoie professionali si capisce che il nostro operaio di Dio non stia improvvisando. Augusto, infatti, si occupa di mantenere in ordine il verde in una villa privata e così guadagna quel tanto che basta per pagare l’affitto e per qualche piccola spesa familiare.
Se vi capita di passare dall’Acquasanta, non stupitevi se il verde della piazzetta risulta stranamente in ordine e i ciuffi delle siepi sono modellati come mai prima d’ora. È Dio che ha mandato un suo operaio. Per fare funzionare il resto della città occorrerà iniziare a sgranare i rosari. (Luca Insalaco - Palermo)