Un corso che mette al centro la formazione per un servizio concreto al mondo della mobilità. Così, questo pomeriggio, mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes aprendo il corso di formazione di pastorale migratoria promosso dall’organismo pastorale della CEI. Al corso, riservato soprattutto ai nuovi direttori e operatori pastorali Migrantes e agli operatori impegnati nei vari campi della mobilità umana, partecipano circa 50 persone provenienti da oltre 30 diocesi italiane e da alcune Missioni Cattoliche Italiane in Europa.
La prima giornata si è aperta con una presentazione dell’associazione Api-Colf sull’importanza della collaborazione domestica nelle case degli italiani. Un ruolo significativo quello del collaboratore domestico esercitato nel nostro Paese soprattutto da cittadini stranieri. Antonia Paoluzi, dell’associazione, ha sottolineato l’importanza del riconoscimento del profilo professionale nella collaborazione domestica e che deve essere sostenuto anche con l’apertura di modelli che possono permettere l’arrivo di cittadini stranieri attraverso percorsi legali. In questo campo – ha detto Paoluzi – gli immigrati sono una grande risorsa soprattutto per il loro impegno nei lavori di cura alle persone. Noi siamo chiamati a creare nuove progettualità nei vari territori per accogliere i migranti, ha detto la direttrice della Migrantes della Toscana Sara Vatteroni portando l’esperienza di Casa Betania a Massa Carrara impegnata nell’accoglienza, in attività di cooperazione e solidarietà internazionale, nell’ascolto, nell’assistenza legale ai cittadini stranieri e informazioni in merito alla normativa sull’immigrazione e poi in attività di inserimento scolastico dei bambini dello spettacolo Viaggiante e Richiedenti Asilo. Occorre – ha detto Vatteroni – rispondere alle necessità di chi arriva da noi. Una pastorale di prossimità dando una prospettiva concreta di incontro. E gli attori di questo “dobbiamo essere noi della Migrantes”. Un altro settore della mobilità è quello degli studenti internazionali presenti in Italia. Maurizio Certini del Centro Studenti Internazionali “Giorgio La Pira” ha ripercorso la storia degli studenti internazionali in Italia, una parte importante, anche se piccola, della pastorale migratoria. Il Centro “La Pira”, che ha sede a Firenze, rappresenta oggi anche un luogo di dialogo tra giovani provenienti da diversi Paesi del Mondo e di diverse confessioni religiose. Il dialogo – ha detto Certini – è il principio fondamentale per stare insieme e vivere insieme la stessa città. Occorre – ha concluso – “recuperare il senso pastorale delle nostre azioni e mettere al centro delle nostre attenzioni la persona” (Raffaele Iaria)