La città di Asti è quella che presenta, in Italia, la più elevata densità abitativa di baraccopoli, luoghi di emarginazione e degrado, abitate da decenni da famiglie rom e sinte. Da svariati anni si parla del loro superamento, ma le azioni sino ad ora avviate non hanno portato ai risultati sperati.
Ma è davvero possibile superare definitivamente le baraccopoli di via Guerra e di località Vallarone così come sta avvenendo in tante parti d’Italia?
Del tema se ne discuterà venerdì 13 maggio, alle 17, nel Seminario Vescovile di Asti, nell’ambito del convegno “Superare le baraccopoli di Asti. Una proposta, un impegno”, promosso dall’Ufficio Migrantes in collaborazione con Associazione 21 luglio. L’incontro rappresenta la seconda fase del convegno già organizzato lo scorso dicembre e dedicato al medesimo tema.
L’obiettivo è quello di presentare delle proposte concrete di intervento elaborate sulla base degli elementi emersi durante il dibattito di dicembre, dei dati successivamente raccolti e delle buone pratiche implementate in alcune città italiane. Le proposte confluiranno in un documento e messo a disposizione di chi sarà chiamato ad amministrare la città di Asti nei prossimi anni, dei tecnici comunali, degli operatori socio-assistenziali e sanitari, degli insegnanti e delle realtà associative laiche e religiose.
Alla tavola rotonda interverranno Agnese Vannozzi (Le baraccopoli in Italia e il loro superamento) e Carlo Stasolla (Una proposta per il superamento delle baraccopoli astigiane), Associazione 21 luglio, don Dino Barberis, Responsabile diocesano del Terzo Settore (Asti è razzista?) e l’avvocato Alessandro Maiorca (Un modello per affrontare la questione giuridica). Le conclusioni saranno affidate al vescovo, mons. Marco Prastaro, delegato Migrantes della Conferenza Episcopale del Piemonte e Valle d’Aosta.