La Migrantes e la Caritas della Toscana dicono “no” alla realizzazione del CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) in regione. Lo sottolineano, in una nota, i due direttori regionali Sara Vatteroni della Migrantes e Marcello Suppressa della Caritas Toscana.
I CPR (dieci in tutto: due in Puglia, due in Sicilia, gli altri sei in Sardegna, Basilicata, Lazio, Piemonte, Lombardia e Friuli) furono istituiti nel 2017 per facilitare il sistema di espulsione delle persone straniere prive di un permesso di soggiorno valido. Ma sono divenuti “veri e propri ‘luoghi di detenzione’ per quanti vi permangono troppo a lungo e ‘rinchiusi’, in attesa di essere rimpatriati”, si legge nella nota: “ci opponiamo all’idea che i CPR siano luoghi idonei alla prevenzione dell’immigrazione irregolare e della violenza sociale. Oltretutto i CPR rischiano – in alcuni casi – la violazione delle convenzioni internazionali e dello stesso diritto di Asilo e di protezione internazionale”.
Nel 1998 (Legge Turco-Napolitano) le persone straniere da identificare o in attesa di espulsione risiedevano nelle apposite strutture non più di un mese. Successivamente – spiegano i referenti di Migrantes e Caritas della Toscana – con la “criminalizzazione” dei “migranti irregolari” (reato di clandestinità introdotto nel 2009) il periodo di permanenza nei Centri si è dilatato, provocando “una situazione di grave violazione del diritto di libertà. Si può rimanere detenuti per mesi, in condizioni umilianti e alienanti, pur non avendo commesso nessun crimine o reato. Riteniamo distorta l’idea che sta alla base dell’apertura di un CPR nel nostro territorio dove ben si potrebbero trovare idonee soluzioni per regolarizzare chi è rimasto privo di permesso di soggiorno, il più delle volte per ragioni amministrative. La mentalità garantista che ci pervade induce a ritenere che il migrante cd irregolare sia un criminale. Ma non è così: un irregolare è solo una persona che sta violando una mera norma amministrativa sull’ingresso e il soggiorno nel territorio dello Stato”.
Per Caritas e Migrantes della Toscana per “porre in atto un efficace governo dei flussi migratori e favorire la buona convivenza occorrono sostegni per interventi che favoriscano l’ingresso legale, la formazione, l’inserimento sociale e lavorativo”. Occorrono politiche di sviluppo volte a “costruire il futuro con i migranti e i rifugiati”.
Nel documento vengono riproposti quanto sottoscritto nel febbraio 2022 nella “Carta di Firenze”, durante il Convegno dei Vescovi e dei Sindaci delle città del Mediterraneo. Con tale documento, i firmatari si dichiaravano “[…] convinti che valorizzare e promuovere il ruolo delle città e il dialogo tra le comunità civiche e religiose offra un contributo essenziale a queste sfide”, riconoscendo “[…] l’opportunità di promuovere una vera trasformazione della società, finalizzata all’instaurazione di una cultura della sostenibilità sociale, anche attraverso nuove forme di cooperazione tra decisori politici, scienziati, leader spirituali e culturali e leader del commercio”.
“Riteniamo pertanto che la proposta della realizzazione di un CPR a Firenze costituisca un arretramento rispetto all’assunzione di tali impegni”, concludono i due uffici pastorali.
(Foto: Georgios Giannopoulos)