Durante la sua visita in Italia, p. Peter Konteh, direttore della Caritas di Freetown e presidente della Commissione giustizia e pace della Sierra Leone, ha incontrato gli amici sierraleonesi di Modena.
L’incontro si è tenuto lo scorso martedì a Carpi, grazie all’ospitalità della famiglia Croci. Ha partecipato l’ufficio Migrantes interdiocesano, che è entrato a contatto con la realtà della Caritas di Freetown in Sierra Leone: un Paese molto povero, che ricopre il 180° posto su 187 Stati nell’Indice dello sviluppo umano dell’United nations development programme (Undp).
Da circa trent’anni, la nazione è stata colpita da una serie di situazioni drammatiche. La guerra civile, prima di tutto, con quell’inqualificabile risvolto dei bambini-soldato. Poi l’epidemia dell’Ebola: malattia terribile che ha colpito diversi Paesi africani, ma che in Sierra Leone ha provocato più morti, con gravi conseguenze sociali e sanitarie. A questo quadro si aggiungono i disastri naturali dovuti a piogge torrenziali e conseguenti smottamenti di intere colline, che hanno colpito in particolare la capitale.
In un Paese a maggioranza musulmana, l’azione della Chiesa conta sulla motivazione e il carisma di p. Konteh e dei suoi collaboratori. Tale azione si traduce in molteplici iniziative in campo sanitario, educativo, assistenziale, che danno priorità alla crescita della persona umana. Questi progetti coinvolgono le persone più fragili, come le donne e i bambini, specialmente quelli dimenticati nelle baraccopoli della capitale o nelle zone rurali.
L’insostenibilità di questo dramma ha spinto le fazioni a smettere di combattere. Avranno capito, o semplicemente riconosciuto, che la strada dello scontro armato non avrebbe portato da nessuna parte, nessuno avrebbe vinto. Attraverso la Commissione Giustizia e Pace, la Chiesa si è inserita in questo percorso di cui Konteh è presidente. Un organismo che, grazie alla autorevolezza che la Chiesa cattolica sierraleonese si è conquistata, mette in campo strumenti volti a facilitare il dialogo, il confronto, la ricerca della giustizia e della verità.
Dall’azione legale a favore delle donne che non si potrebbero mai permettere un avvocato, all’impegno nelle carceri per cercare di offrire ai minorenni soluzioni alternative per non rimanere reclusi insieme agli adulti, passando per le attività educative, sportive e di sensibilizzazione. La Chiesa è inoltre impegnata nell’accoglienza dei tantissimi orfani, in particolare di quelli che hanno vissuto l’esperienza lacerante dei bambini-soldato.
Modena sostiene questi progetti tramite Africsid, associazione attiva già da qualche anno e che coinvolge partecipanti di diversi paesi dell’Africa occidentale e cittadini modenesi. L’associazione è stata riconosciuta come ente di Terzo settore e promuove iniziative e progetti a favore delle persone straniere provenienti dal continente africano. In questo momento Africsid sta raccogliendo fondi per un progetto in Sierra Leone, in una periferia di Freetown, Grafton.
Grazie ai primi fondi raccolti è stata avviata la costruzione di un centro di accoglienza per donne, vedove di guerra, e bambini per offrire loro servizi essenziali di carattere sanitario ed educativo. Il rapporto che Africsid ha con la Caritas di Freetown è fondamentale, perchè è la garanzia della corretta destinazione dei fondi. È possibile sostenere l’associazione Africsid partecipando al pranzo di raccolta fondi che si terrà domenica 16 aprile presso la Parrocchia della Sacca. (Giorgio Bonini – Direttore Migrantes interdiocesana)