Si è svolto a Palermo, presso la “Casa francescana di spiritualità” di Baida, l’incontro della Commissione dell’Ufficio Regionale Migrantes della Conferenza Episcopale Siciliana.
Si è aperto così il nuovo quinquennio, 2023-2027, nel segno della continuità e nella consapevolezza che la mobilità umana chiama le Chiese di Sicilia a un rinnovato impegno, per dare concretezza ai quattro verbi-azione che Papa Francesco ha indicato tracciando un cammino di servizio con i migranti: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Un incontro segnato, alla vigilia, dall’ennesima tragedia che ha spezzato la vita di 67 persone, tra cui tredici minori e un neonato. Quello che è successo a Cutro, nel crotonese, è la conseguenza di scelte politiche deliberatamente marcate dalla chiusura delle frontiere e dei cuori, dalla negazione dei diritti umani sanciti dalle Convenzioni internazionali”.
I lavori si sono aperti con la preghiera e l’intronizzazione della Parola che è stata posta accanto all’icona dell’amicizia; la traccia per la riflessione è stata ripresa dalla Costituzione conciliare Lumen gentium (n. 8): “Come Cristo… così pure la Chiesa”. Rileggere le sfide della mobilità umana a partire da Cristo per ritrovarlo nel volto di quanti si mettono in cammino alla ricerca di un futuro che viene loro negato.
All’incontro erano presenti mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e vescovo delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Siciliana e mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes. Mons. Lorefice ha manifestato tutta la sua gratitudine, innanzitutto al Signore per averlo voluto alla guida di questo servizio pastorale e poi a tutti i direttori diocesani convenuti a Palermo, per la generosità e la competenza con cui seguono il mondo della mobilità umana e per la loro importante azione pedagogica nei confronti delle comunità cristiane delle Chiese di Sicilia. Li ha invitati a continuare con rinnovato impegno, nella consapevolezza di essere a servizio di un “luogo teologico” privilegiato per collaborare all’edificazione del Regno di Dio.
Il Vescovo ha richiamato a un impegno che non può essere timido ma deve essere profetico, capace di spendere parole evangelicamente performate e performative per dire da che parte sta la Chiesa. Parole che richiedono, innanzitutto, una formazione che trova il suo fondamento nella Parola e nella contemplazione di un Mistero che può dare forza e senso al nostro servizio. Nel saluto iniziale mons. Felicolo ha manifestato la gioia di avere avuto la possibilità, a pochi mesi dalla sua nomina, di essere presente in una terra a cui si sente particolarmente legato.
“Per me – ha detto il Direttore generale della Fondazione Migrantes – è prioritario questo primo momento di conoscenza delle diverse Regioni ecclesiastiche per capire come vivono il loro servizio a favore della mobilità umana. Ascoltare le tante risorse e le buone prassi perché diventino patrimonio di tutti; ascoltare per fare sempre meglio e perché il livello nazionale diventi, come vuole lo statuto, nel rispetto delle singole Chiese locali, l’organismo di coordinamento, di sostegno e di accompagnamento per rispondere a quelle che sono le aspettative della Conferenza Episcopale Italiana”.
Dopo l’intervento del direttore regionale uscente, Mario Affronti, che ha fatto sintesi del quinquennio che si è appena concluso, si è dato inizio ai lavori della prima giornata che si sono focalizzati sulle due relazioni in programma. Il diacono Santino Tornesi, nuovo direttore regionale, ha relazionato sul fenomeno migratorio che interpella le Chiese di Sicilia. A partire dai Rapporti e dalle ricerche della Fondazione Migrantes, ha dimostrato quanto sia diversa la realtà dalla narrazione che ogni giorno viene mistificata per ottenere consenso politico e strumentalizzata da una informazione che parla d’immigrazione come sinonimo d’invasione e di pericolo per la nostra sicurezza e la nostra identità. Mentre il pericolo più grosso per il nostro Paese è quello di un inverno demografico senza soluzione di continuità, di una emigrazione italiana che fa registrare numeri in continua crescita, di una politica italiana che non vuole governare un fenomeno che rappresenta una risorsa imprescindibile, di scelte che negano i diritti fondamentali ai migranti stabilmente residenti in mezzo a noi e che negano l’accoglienza a chi è alla ricerca di protezione.
Ha preso poi la parola l’avvocato Luca Insalaco, immigrazionista e collaboratore della Fondazione Migrantes per la formazione e per la redazione dei Rapporti sulla mobilità umana. La sua relazione ha approfondito la normativa che governa la presenza e l’accoglienza dei migranti nel nostro Paese. Una normativa che, come ci è stato detto, andrebbe riformata: per essere più rispondente a un modello sociale includente, per tutelare i diritti fondamentali. È stato evidenziato come purtroppo tanti diritti enunciati nelle leggi non trovano poi l’applicazione nella vita dei migranti.
Dopo una pausa, hanno preso la parola i direttori delle quattordici Diocesi presenti all’incontro: una breve presentazione che ha dato la possibilità a mons. Lorefice e al direttore generale della Fondazione Migrantes di avere contezza della pastorale migratoria nelle Chiese di Sicilia. A concludere la prima giornata l’intervento di mons. Lorefice, che ha raccolto quanto emerso per rilanciare il suo appello a un rinnovato impegno per rispondere alla grande sfida educativa che rappresentano le migrazioni. Nelle parole del vescovo delegato tutta l’indignazione per quanto avvenuto a Steccato di Cutro, una strage che ha fatto del nostro mare un cimitero senza croci. Una indignazione che non risparmia le nostre comunità: troppo spesso clero e fedeli laici hanno speso parole che vanno contro il Vangelo e questo non è accettabile. Il segreto, ha concluso il vescovo, è quello di chinarsi davanti al Mistero per trovare il senso della fraternità in Cristo che ci fa essere “fratelli tutti”.
La celebrazione eucaristica con la proclamazione del Vangelo di Matteo (25,31-46) ha dato il senso ai lavori della prima giornata.La seconda giornata si è aperta con la celebrazione delle Lodi, seguita dall’intervento di mons. Felicolo, che ha toccato i diversi ambiti della mobilità umana per consegnare nuove prospettive pastorali. Ha rinnovato il suo impegno a stare accanto alle realtà diocesane per trovare insieme le risposte più adeguate alle sfide delle migrazioni. Ha ricordato che c’è bisogno di raccogliere la sfida educativa con lo specifico del nostro servizio ma in sinergia con gli altri organismi diocesani, per una pastorale d’insieme capace di dare risposte più incisive per un noi sempre più grande.
L’ultima parte della mattinata è stata dedicata ai lavori di gruppo, durante i quali i partecipanti sono stati chiamati a confrontarsi sui verbi-azione indicati da Papa Francesco: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Quattro verbi fondati sui principi della dottrina della Chiesa, che formano una comune risposta alle sfide poste dalle migrazioni contemporanee. I lavori, poi riportati in plenaria, hanno evidenziato tutta la ricchezza che è già presente nei nostri contesti locali. Nel corso dell’incontro delle Commissione, rispettando le indicazioni fornite dalla Norme generali della Segreteria pastorale, sono stati individuati i componenti del Direttivo dell’Ufficio: ad affiancare Santino Tornesi (Messina-Lipari-Santa Maria di Leuca), direttore di Migrantes Sicilia, saranno Mario Affronti (Palermo), direttore uscente chiamato a ricoprire il ruolo di vicedirettore, e Donatella D’Anna (Caltanissetta) come segretaria.
In occasione dell’incontro della Commissione dell’Ufficio regionale Migrantes , don Giuseppe Rabita, direttore della Segreteria pastorale dell’Ufficio stampa della Conferenza Episcopale Sicilianaesi, ha ascoltato mons. Pierpaolo Felicolo: non solo una riflessione sulla gente e sull’impegno che il direttore generale della Fondazione Migrantes ha incontrato in Sicilia sul fronte della mobilità umana, ma anche un commento che, a partire dai recenti fatti di cronaca sul naufragio a Cutro, accende i riflettori sull’esigenza personale, ecclesiale, nazionale ed europea di agire, sì, nell’urgenza ma con programmazione chiara e lungimirante.