Si è svolto a Caltanissetta, lo scorso fine settimana, il primo incontro annuale della Commissione dell’Ufficio Regionale Migrantes della Conferenza Episcopale Siciliana. Quindici le Diocesi che hanno preso parte all’appuntamento, con la presenza in entrambe le giornate di mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, membro della Commissione Episcopale per le Migrazione della CEI e vescovo delegato Migrantes della CESi. Mentre, per un contributo all’approfondimento e alla riflessione, è stato invitato il teologo gesuita p. Felice Scalia. Nel pomeriggio di venerdì 1 marzo si sono succeduti i saluti del direttore regionale, diacono Santino Tornesi, e di mons. Lorefice. A seguire, si è dato inizio ai lavori coordinata dal dott. Mario Affronti, vicedirettore regionale. Nel primo intervento, il diacono Tornesi ha restituito un quadro generale sulla pastorale delle migrazioni nelle Chiese di Sicilia grazie alla lettura delle risposte ai questionari compilati dai direttori diocesani dell’Isola. Tanti gli elementi emersi per dare ancora più vigore all’azione pastorale e alla sinergia tra i diversi contesti. Il secondo intervento della Giornata ha riguardato la progettazione e il contributo della Fondazione Migrantes attraverso i fondi dell’8 per mille della Chiesa Cattolica. Una comunicazione per dare gli elementi formativi a quanti vogliono accedere alle risorse per realizzare i loro interventi sul territorio. Andrea Sturniolo, operatore della Migrantes diocesana di Patti, ha esposto quelli che sono i criteri da seguire per la compilazione del formulario e per la rendicontazione. Mentre, subito dopo, i referenti delle 6 Diocesi che hanno avuto finanziato il progetto per questo nuovo anno si sono alternati per fare una sintesi di quanto andranno a realizzare. Nel secondo giorno, 2 marzo, i lavori sono stati introdotti e coordinati dal direttore regionale mentre il primo intervento è stato affidato a p. Felice Scalia, teologo gesuita della diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela che si è soffermato su come le migrazioni interpellano la Chiesa e la società civile; sulle responsabilità di chi continua a impoverire in nome del progresso; sulle politiche disumane che cancellano i diritti fondamentali di ogni persona. Certamente, secondo p. Scalia, in tutto questo la Chiesa non è stata a guardare ma a volte ha mostrato “tanta difficoltà” nel lasciarsi coinvolgere e nel promuovere processi generativi per permettere al Vangelo, a “tutte” le pagine del Vangelo, di tornare al centro della vita ecclesiale. Il secondo intervento è stato quello di mons. Lorefice a cui è stato chiesto di raccontare l’esperienza di questo primo anno nella qualità di vescovo delegato Migrantes delle Chiese di Sicilia. Lo ha fatto con la passione e la familiarità che lo contraddistinguono, e citando le sue parole, lo ha fatto “con una meditazione ad alta voce, perché camminiamo insieme da un anno e condividiamo la chiamata del Signore a questo servizio alla mobilità umana che proviamo a vivere con pienezza e responsabilità”. La chiamata che arriva dal “Signore della storia che ci ha scelti per portarci al cuore del giudizio definitivo sulla storia, che si muove verso il riscatto, verso il compimento delle beatitudini”. Come ha ricordato il l’arcivescovo, “si tratta di un luogo teologico che noi dobbiamo recuperare per dare forza al nostro servizio”. Mons. Lorefice ha poi voluto condividere, alla luce di questo primo anno di servizio, alcune riflessioni e possibili piste pastorali:
1. la pastorale delle migrazioni può sembrare una diaconia marginale dal punto di vista ecclesiale ma è certamente evangelica. Perché sta dalla parte degli emarginati, e questo ci dà la certezza di stare dalla parte di Cristo, l’emarginato per eccellenza;
2. dobbiamo narrare le migrazioni alla luce del Vangelo come critica alle narrazioni ideologiche. Noi abbiamo il diritto di fare arrivare la narrazione evangelica e della codificazione dei diritti umani. Di dare voce a chi non ha voce;
3. dobbiamo avviare processi generativi per aiutare le nostre comunità. Non è facile, ha detto mons. Lorefice, ma non ci dobbiamo scoraggiare, e l’équipe diocesana Migrantes deve sentirsi investita di questo compito;
4. valorizzare la progettazione, compresa quella sostenuta dalla Fondazione Migrantes, capace di costruire dei “segni” che siano fecondi e spingano i processi generativi. Perché la “carne umana” possa risplendere in tutta la sua bellezza;
5. ottimizzare il convenire della Commissione regionale quale spazio per cogliere il dono della nostra marginalità ecclesiale, per aiutare le Chiese di Sicilia a mettere al centro il Cristo presente negli scarti umani e che la Casa comune produce sempre più.
Ha poi invitato i direttori e i loro collaboratori presenti all’incontro di “sentirsi parte gioiosa di questo servizio pastorale che si colloca al cuore del Vangelo, e di trasmettere questa gioia a tutta la comunità ecclesiale con pazienza e lungimiranza, ma anche con generosità e creatività”. Ha poi concluso con queste parole: “siete una Commissione in cui vedo tanta competenza e dedizione nel servizio, in cui tutti i ministeri ecclesiali sono rappresentati, con una ‘forza rosa’ che è sempre una risorsa in più. Vi benedico e vi auguro un lavoro fecondo”. Il prossimo incontro della Commissione Migrantes Sicilia si svolgerà a Palermo il 21 e 22 giugno.