Il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato che si è celebrata lo scorso mese di settembre continua a essere al centro dell’anno pastorale nella diocesi di Taranto che si concluderà con la Festa dei Popoli il 19 maggio 2024. Infatti è il tema del convegno diocesano organizzato dall’Ufficio diocesano per la pastorale Migrantes che si terrà giovedì 23 novembre 2023 alle ore 9 nell’aula magna dell’Università degli Studi di Bari, Dipartimento Jonico, in via Duomo. Molti i relatori del consueto appuntamento relativo alla conoscenza dei vari aspetti della pastorale migratoria, giunto alla ventesima edizione, con l’intervento dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero, che ha tenuto l’introduzione e la conclusione dei lavori, moderati Marisa Metrangolo, direttore diocesano della Migrantes, che così riferisce nella presentazione del convegno “In un mondo in cui guerre e conseguenze climatiche continuano a generare migranti e rifugiati il grido di aiuto di migranti e rifugiati non può lasciarci indifferenti.
La cura pastorale dei migranti è un’attività missionaria da non trascurare, che potrà aiutare a riscoprire la gioia della fede cristiana che si è ricevuta”. Al convegno porteranno il saluto il direttore del Dipartimento jonico prof. Paolo Pardolesi, la dirigente scolastica del liceo ginnasio statale “Aristosseno” prof.ssa Rita Frunzio, il vice prefetto dott.ssa Adriana Famá, il sindaco e presidente della Provincia Rinaldo Melucci il prof. Antonio Uricchio, presidente Anvur e consigliere Avepro Agenzia Vaticana. La relazione principale sul tema del convegno è stata affidata a mons. Ciro Alabrese, direttore diocesano dell’Ufficio Educazione Scuola e Università. Sono seguiti gli interventi della dott.ssa Rosa Anna De Palo, presidente del Tribunale di Taranto, del Comandante del Porto Cap. Vasc. Rosario Meo, dei docenti universitari proff.ri Cosima Ilaria Buonocore, Francesco Saverio Damiani e Paolo Stefanì e della dott.ssa Flavia Leopardo dell’associazione “Noi e Voi”. “Persecuzioni, guerre, fenomeni atmosferici e miseria sono tra le cause più visibili delle migrazioni forzate contemporanee – evidenzia la direttrice di Migrantes, dott. Marisa Metrangolo – Per porvi termine è necessario l’impegno comune di tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilità, chiedendoci che cosa possiamo fare, ma anche cosa dobbiamo smettere di fare.
Il diritto di migrare e quello di vivere nella propria terra si fondano sui principi della libertà e della destinazione universale dei beni che il Signore ha creato e destinato a tutta l’umanità. Entrambi questi diritti oggi sono a rischio: quello di migrare viene fermato da muri che si alzano, da nazionalismi di ritorno, da legislazioni che indeboliscono il diritto di lasciare la propria terra di chi cerca un lavoro e un sostegno alla vita personale e familiare o fugge da guerre, disastri ambientali, dittature; quello di rimanere nella propria terra è ostacolato dalle numerose guerre e conflitti in atto, da forme nuove di colonialismo, dalla mancanza di pari opportunità di uomini e donne e dal grave sfruttamento”. “Dal Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes – aggiunge Metrangolo – si evidenzia quanto sia necessario un cambiamento della narrazione per superare quella dell’emergenza.
Infatti l’attenzione dei media al tema dell’immigrazione in Italia è evidente che è sempre più orientata all’allarmismo. Nel dibattito pubblico il binomio immigrazione-sicurezza rimane di stringente attualità, generando un diffuso clima di paura e di intolleranza, come sottolinea il rapporto Immigrazione di Fondazione Migrantes e Caritas Italiana 2023. Ma ci si dimentica di aggiungere che le migrazioni in Italia da più anni registrano una certa stabilità, se non addirittura in fase calante per la carenza occupazionale, soprattutto delle donne, la irregolarità crescente per la mancanza di incontro tra domanda e offerta di lavoro, la maggiore insicurezza dei migranti, soprattutto sul lavoro, ma anche nella vita sociale. Questo in particolare sta costringendo alla partenza dall’Italia di albanesi, cinesi, polacchi, ucraini”.
“Tante sono state le istituzioni e le persone che sono state affianco in tutti questi anni ed hanno dato sostegno – conclude– e dobbiamo ringraziare in modo particolare l’ufficio immigrazione della Questura con la dott.ssa Rossella Fiore, l’Ufficio Immigrazione della Prefettura ed i componenti del suo staff che si sono succeduti, come la dott.ssa Teresa Pricolo, l’assessorato ai servizi sociali del Comune. Ma non dobbiamo dimenticare il prezioso apporto degli arcivescovi mons. Benigno Luigi Papa, mons. Filippo Santoro e l’attuale mons. Ciro Miniero, promotori della Pastorale migratoria, oltre all’Ufficio diocesano missionario, alla Caritas diocesano, alle parrocchie e soprattutto i volontari che si sono succeduti da vent’anni e gli operatori che si prodigano nell’Ufficio Migrantes”.