Eccoci alla 32a edizione di questo appuntamento annuale – la Festa dei Popoli – che si svolge tradizionalmente nel parco di Villa Buri a San Michele. L’edizione 2023 è domenica 28 maggio. Dopo un lungo cammino, sorge una domanda: dopo tutti questi anni ha ancora senso realizzare questa festa? E la domanda è legittima senza alcun dubbio.
Guardandoci attorno in strada, sugli autobus, sui campi da calcio, il colpo d’occhio è senza dubbio quello di una società multietnica. Se visitiamo una scuola elementare e andiamo a vedere il registro, ci imbattiamo in cognomi diversi dai tradizionali Rossi e Bianchi. Verrebbe quindi spontaneo dire che, insomma, ormai abbiamo imparato a vivere assieme, ovviamente rispettandoci.
E per alcuni aspetti questo è vero. Ma nello stesso tempo, quante fatiche ad incontrarci e conoscerci! Uno dei rischi attuali è il parallelismo, ovvero vivere vite parallele: viviamo la stessa città ma separati, ognuno con i propri punti di riferimento e consuetudini che poco si mescolano. Certamente ognuno ha diritto a vivere la vita secondo la propria sensibilità culturale, anche religiosa. Ed è quello che con fatica in tutti questi anni abbiamo in parte imparato ad accettare. Resta il nodo però del parallelismo.
Faccio sinceramente fatica a pensare a una società sana e armonica se si vivono vite parallele. Questo vale per tutti gli aspetti del vivere assieme, dalla famiglia, alle diversità generazionali, dalle differenze culturali a quelle religiose. Una delle fatiche di oggi è per esempio il gap tra giovani e adulti. Da più parti si evidenzia che l’attuale mondo è faticoso per i giovani, e sentiamo la loro sofferenza, che in alcuni casi si esprime anche in forme di disagio. Il parallelismo è una fatica che tocca anche la convivenza tra cittadini vecchi e nuovi, tra chi si sente veronese da generazioni e chi ha eletto la nostra città a sua nuova casa. Ognuno fatica a stabilire relazioni con l’altro, sia esso italiano o srilankese, ucraino o congolese, filippino o brasiliano.
Lo slogan di questa Festa dei Popoli, “Costruiamo assieme il futuro”, vuole aiutarci a comprendere che se il rispetto reciproco è indubbiamente espressione di accoglienza, dobbiamo però fare dei passi ulteriori per creare incontro, relazione e dialogo. Non possiamo costruire il futuro della nostra città creando esistenze e gruppi paralleli che mai si incontrano e dialogano. Abbiamo invece necessità di conoscerci al di là delle apparenze e delle prime impressioni. Abbiamo bisogno di relazioni!
La Festa dei Popoli è un segno, ne siamo consapevoli; un segno che da anni viene offerto con generosità alla cittadinanza tutta perché comprenda chi siamo e che la strada da percorrere è quella di avere cura dei legami tra tutti cittadini che abitano Verona, motivati e determinati a costruire un futuro condiviso. A tutti, dunque, l’invito a partecipare per cogliere ancora una volta la bellezza del segno che è sempre stata e anche quest’anno sarà la Festa dei Popoli.
(don Giuseppe Mirandola, Direttore Ufficio Migrantes Verona)