(29 luglio 2015) - E online il sito 88days.com, dedicato alla ricerca e al video-reportage 88 giorni (nelle farm australiane): viaggio tra sogni, speranze e pensieri dei giovani italiani in Australia. Il titolo è ispirato al numero di giorni necessari per lottenimento del secondo visto vacanza-lavoro. Finora 9.538 italiani hanno completato gli 88 giorni nelle farm, le fattorie australiane. Il sito vuole dare voce alle migliaia di giovani italiani che lavorano, e hanno lavorato, la terra australiana, raccogliendone le storie e svelandone le verità.
Il reportage promosso dalla Fondazione Migrantes - testimonia lesperienza di vita e di lavoro di giovani italiani di età compresa tra i 18 e i 30 anni; unesperienza che si svolge in zone rurali dellAustralia.
LItalia è la nazione europea che maggiormente utilizza il secondo visto vacanza-lavoro in Australia e gli 88 giorni sono un fenomeno in continua crescita tra i giovani italiani: sono il 27,3% gli italiani che rinnovano il visto per altri dodici mesi, rispetto al 12,9% dei coetanei francesi e al solo 6,8% dei giovani tedeschi. Nel 2013-14, 3.150 italiani (+77,5% rispetto allanno precedente) hanno lavorato nellagricoltura per completare i giorni necessari al fine di prolungare la permanenza in Australia. Al 31 dicembre 2014 lItalia vede ancora un aumento del 11,9% che si presume porterà, nel 2014-15, altri 3.500 giovani a utilizzare lesperienza di lavoro nelle aziende agricole australiane. Il reportage vuole approfondire le progettualità e i sogni dei ragazzi e delle ragazze che lasciano lItalia e viaggiano per lAustralia seguendone le stagioni della raccolta della frutta e della verdura. Il reportage è una testimonianza visiva dello spaccato giovanile del 2015, mostra e fa capire come mai i giovani hanno fatto questa scelta, dove e con chi vivono, come si sentono, cosa pensano del proprio futuro e cosa si aspettano da un paese come lAustralia.
Il video-reportage è iniziato ad aprile 2015 a Griffith, nel New South Wales, durante la stagione della raccolta delle zucche e delle angurie, del riso e del cotone; e a Shepparton, Tatura e Murchison, nel Victoria, durante la stagione della raccolta delle mele, pere e dei pomodori. Queste zone sono accomunate tra loro dalla presenza di una storica comunità italiana, stabilitasi negli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso. Agricoltori italiani e italo-australiani che ora si trovano a dar lavoro a un nuovo ciclo di emigrati e che vedono ripetersi, nei nuovi giovani italiani, la loro storia di duro lavoro, sacrifici e speranze. Il viaggio continua con nuove storie e nuove tappe, in altre regioni australiane e in altre farm, seguendo i suggerimenti degli stessi ragazzi, raccogliendo le testimonianze di chi ha già concluso lesperienza in farm o la sta ancora vivendo e desidera far conoscere la propria avventura.
Nell'ambito del lavoro della Fondazione Migrantes spiega mons. Giancarlo Perego - capita spesso che la realtà venga travisata. I problemi che accompagnano la mobilità umana sono tanti e purtroppo fortemente diversi a seconda dei soggetti coinvolti e dei contesti considerati. Ciò capita in Italia con l'immigrazione, ma succede ancora oggi, come in passato, con gli italiani residenti fuori dei confini nazionali. La Migrantes, quindi, partendo dalla decennale esperienza maturata con il Rapporto Italiani nel Mondo in materia di emigrazione italiana, ha promosso questa ricerca in Australia con entusiasmo, per meglio comprendere cosa effettivamente stia capitando in questo Paese che da sempre è stato meta di tanti migranti italiani. Oggi ancora gli italiani guardano all'Australia e alla Nuova Zelanda per motivi diversi e con numeri meno significativi di un tempo. Le notizie recentemente apparse sulle Farm australiane e lo sfruttamento dei giovani lavoratori italiani vanno lette in questo senso: vanno cioè capite le situazioni, va conosciuta la realtà delle cose in modo che l'idea che si ha della migrazione italiana di oggi e della mobilità tutta da e verso l'Italia, possa essere interpretata alla luce del fatto che da sempre la migrazione accompagna gli uomini e le donne di ogni angolo del pianeta. E per questo che i migranti cambiano ma il destino migrante resta. Ciò che importa è conoscere la realtà delle cose e informare su ciò che è vero, scevro dai pregiudizi e dagli stereotipi per promuove idonee politiche sociali e buone prassi.