FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Migranti a Monte Faraone: stranezza e ipocrisia

(3 marzo 2016) - Tanti ‘ospiti’ della tendopoli ricevono aiuti da cittadini, organizzazioni e associazioni: cibo, vestiti, coperte, controlli sanitari. Molti sono sul campo tutti i giorni cercando, concretamente, di porre rimedio alle lacune umanitarie provocate da una presenza, poco costante, degli enti pubblici
3 Marzo 2016
(3 marzo 2016) - La tendopoli di Monte Faraone, che ospita gli immigrati soprattutto nordafricani per la raccolta delle olive nelle campagne di Andria, viene sgomberata in queste ore su disposizione della magistratura tranese. Il gip del Tribunale di Trani, su richiesta del pm Lucio Vaira, ha disposto il sequestro preventivo del terreno su cui si trova, in seguito alla morte di un cittadino senegalese di 56 anni, Talla Seck, rimasto asfissiato dalle esalazioni di monossido di carbonio il 3 febbraio scorso sprigionatesi da un braciere. Sul posto ci sono polizia, carabinieri, polizia provinciale e municipale, vigili del fuoco e gli operatori del 118. Piu' volte, in passato, si era pensato ad uno sgombero che, pero', non era mai stato effettuato. Al momento ospitava un centinaio di immigrati.
Suscita sentimenti di stupore e incredulità constatare la centralità, della vicenda relativa alla tendopoli di Via Monte Faraone, nell’agenda di tanti attivisti, o pseudo tali, della città dell’olio. Risulta opportuno fornire a questi ultimi, e a quanti fossero realmente interessati alla vicenda, gli strumenti necessari per coglierne il merito, senza alcun tipo di moto propagandistico. E’ perentorio quindi riportare la questione nell’alveo luminoso della verità.

La tendopoli di Via Monte Faraone sorge nel lontano 2008: anno durante il quale un gruppo di uomini e donne, di diverse nazionalità, occupavano sine titulo terreni ubicati a ridosso dell’arteria stradale, meglio conosciuta come ex SS. 98. 
A tutto questo si aggiungono anche ‘riflessioni’ fuori posto da parte di personaggi disinformati e incompetenti, che mettono in palcoscenico tutto il loro sapere zotico fortemente privo di contezza.
La vicenda, è approdata più volte in importanti e autorevoli assise le quali, evitando di intraprendere la strada solo apparentemente agevole della propaganda, hanno cercato di individuare soluzioni pragmatiche atte a porre un virtuoso  argine agli effetti nefasti derivanti da una situazione fortemente emergenziale. Spiace constatare che in questo scenario, improntato appunto sulla ricerca di soluzioni concrete, irrompano voci poco costruttive e anzi portatrici sane di confusione; quest’ultima generata, solo ed esclusivamente, da una disinformazione totale e a tratti imbarazzante.
(in allegato la lettera completa di Don Geremia Acri)