“Il ruolo e il compito del cappellano etnico in Italia nella sinodalità” è stato il tema al centro dell’incontro nazionale dei cappellani africani di lingua francofona che si è svolto a Bologna nella parrocchia di Sant’Antonio di Savena. Ad introdurla il coordinatore nazionale Migrantes dei cattolici africani francofoni in Italia, don Luis Gabriele Tsamba che ha rivolto una parola di benvenuto al direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. Durante l’incontro ci si è soffermati sul lavoro fatto nelle cappellanie in Italia. Nella sua relazione mons. Felicolo si è soffermato sull’importanza dello studio della lingua italiana, sull’integrazione dei membri delle comunità e sulla formazione dei cappellani. Ha ricordato l’importanza della padronanza della lingua italiana. Ogni cappellano deve sapersi esprimere bene in italiano per fare da cinghia di trasmissione tra la sua comunità di cui è responsabile e la diocesi in cui esercita. A tal fine, mons. Felicolo ha presentato un libro che potrebbe aiutare nell’apprendimento della lingua. È attraverso il linguaggio che il cappellano e i membri della comunità di cui è responsabile possono integrarsi nel corpo sociale. Il direttore della Migrantes ha poi insistito sulla sensibilizzazione nelle varie comunità sul diritto alla salute. I membri delle comunità, anche se sprovvisti di permesso di soggiorno, come chiunque risieda sul territorio italiano, hanno diritto ad essere curati. Non si deve aver paura di andare in ospedale in caso di necessità. E poi la formazione organizzata per i cappellani. Da qui l’esortazione a partecipare al corso di formazione della Migrantes che si svolgerà dal 3 al 7 luglio a Roma. A tal fine, è stato consegnato ai sacerdoti un modulo di registrazione con i dettagli sul luogo e sul costo della formazione. Il direttore si è detto favorevole ad aiutare finanziariamente coloro che potrebbero avere difficoltà con il costo della formazione. Al termine del suo intervento si è aperto il dibattito. I cappellani hanno condiviso le difficoltà che incontrano nell’esercizio della loro unzione. Hanno anche espresso perplessità sul tema dell’integrazione sottolineando che il termine appropriato nella Chiesa è quello di comunione, che si fonda sull’accoglienza delle differenze e sull’accoglienza reciproca. Durante l’incontro anche il saluto del direttore regionale Migrantes e del parroco don di Sant’Antonio di Savena che ha presentato un gruppo di giovani migranti accolti in parrocchia che provengono da quasi tutte le parti del mondo. L’incontro si è concluso con una celebrazione eucaristica presieduta da mons. Felicolo.