“I dati del Rapporto italiani nel mondo 2023 della Fondazione Migrantes, il diciottesimo, fotografa il cammino degli emigranti italiani, tra storia e attualità. In 18 anni gli italiani nel mondo sono raddoppiati: da poco più di 3 milioni a poco meno di 6 milioni. A partire sono soprattutto i giovani tra i 28 e i 34 anni. Sono i giovani che non lavorano e non studiano, lavoratori precari, disoccupati, giovani donne e 1 su 4 laureati e ricercatori. L’emigrazione ci fotografa il disagio giovanile, una nuova generazione di poveri. A partire sono sempre più anche le donne per ritrovare in un altro Paese pari opportunità è più tutele nella maternità. L’unica Italia che cresce è solo quella all’estero. Anche sul piano demografico”.
Lo ha detto questa mattina mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, a conclusione dei lavori di presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo. Infatti 91 mila sono i bambini italiani nati all’estero: oltre il 20% rispetto ai poco meno di 400.000 nati in Italia, di cui 57 mila neonati figli di immigrati. Il 75% degli emigrati va in Europa. Per gli emigranti italiani l’Europa è veramente la ‘casa comune’, di cui si sentono parte.
L’Europa – ha detto – è “un luogo di tutela degli emigranti e per questo va preservata da rinnovati nazionalismi che rischiano di incrinare l’Unione. Le prossime elezioni europee saranno un banco di prova in tal senso”. Infine, il Rapporto – ha spiegato il presidente di Migrantes – ricorda che il 95% di chi parte dall’Italia è un cattolico. Diventano fondamentali, pertanto le azioni pastorali che accompagnano la fede dei migranti italiani: le missio cura animarum, le missioni, le parrocchie. La Chiesa è in cammino con gli emigranti e la Chiesa è formata da migranti. Il futuro del nostro Paese, chiamato ad affrontare il debito economico, demografico ed ecologico, dipende anche dalla valorizzazione del cammino e dell’esperienza degli immigrati e degli emigrati.