(8 ottobre 2014) - Ha dato tanto al circo, lo ha quasi "inventato", almeno quello italiano. E la sua ultima volontà è stata che "the show must go on", che lo spettacolo continuasse. Perché in fondo era quello che amava. Nando Orfei, uno dei capostipite della cultura circense italiana, è morto martedì pomeriggio all'età di ottanta anni dopo una lunga malattia. Nandino, come era soprannominato, era ricoverato da tempo all'ospedale San Raffaele di Milano. A dare l'annuncio sono stati la moglie, Anita Gambarutti, e i figli, Ambra, Gioia e Parise. Al suo capezzale il fratello Rinaldo e la sorella Liana. Nando era il maggiore, legatissimo alla cugina Moira. Tutto il mondo del circo è in lutto e il suo circo in particolare - uno dei pochi a non far esibire animali esotici per scelta proprio di Nando - ha interrotto l'attività. Poi, come ha spiegato un portavoce, gli spettacoli riprenderanno regolarmente venerdì, "come era il suo volere".Oltre a domatore, giocoliere e clown, Orfei è stato anche attore. Da giovane si è infatti dedicato alla recitazione, con quattro partecipazioni "importanti", due delle quali in film diretti da Fellini. Memorabile l'interpretazione del 1973 in "Amarcord", in cui ha vestito i panni dello zio di Titta. Poi, si era dedicato alla cosa che amava di più: il circo. "Lo spettacolo - diceva - più bello che c'è e ci sarà sempre". (www.today.it)