FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Musa sogna di diventare un calciatore

(11 novembre 2014) - Progetto per formare giovani migranti, attraverso la guida di chi li ha preceduti in Italia
11 Novembre 2014
(11 novembre 2014) - Musa ha 16 anni e il suo sogno è diventare un calciatore professionista. Anche questo giovane sportivo è stato tratto in salvo, come Mosè, non da una cesta, ma da un barcone, uno dei tanti partiti dalle coste libiche e intercettati dalle navi impegnate nell’operazione Mare Nostrum.
Musa è uno dei giovani migranti che hanno partecipato al progetto “Tandem now”, finanziato dalla Commissione europea e portato avanti, per l’Italia, dal Cesie di Palermo. Il progetto, durato un anno e conclusosi qualche giorno fa, ha visto la partecipazione di circa sessanta ragazzi di diversa provenienza e di altrettanti mentori. L’iniziativa, basata sul metodo del “mentoring combinato”, aveva l’intento di creare dei modelli di riferimento per i giovani migranti o appartenenti a minoranze etniche, attraverso l’orientamento professionale. Tra i giovani, anche tanti ospiti delle comunità alloggio, in attesa di un futuro meno incerto. Provenienti in prevalenza da Gambia, Guinea, Mali, Senegal e Nigeria, non sono diversi dai loro coetanei cresciuti un po’ più a nord. A tutti piace la musica e si appassionano per una partita di calcio, proprio come Musa. Già in Gambia il piccolo campione prometteva bene; l’inserimento in Italia, poi, non è stato difficile, grazie ad un carattere estroverso che gli ha conquistato la simpatia dei suoi compagni. Musa è sicuro dei propri mezzi e già si vede a Milano, a giocare in una grande squadra. A riportarlo con  i piedi per terra ci pensa Ola, il mentore cui il calciatore in erba è stato abbinato.
Tra Ola e Musa corrono 16 anni di differenza e tanta esperienza di vita. Ola vive a Palermo da 12 anni, un tempo sufficiente per integrarsi, ma anche per sperimentare il tramonto di qualche ambizione. L’arrivo dalla Nigeria, la nascita dei tre figli, l’apertura di un locale da ballo in una frequentata via del centro storico, fino alla sua chiusura, a causa della sopraggiunta crisi economica che in città ha mietuto numerose vittime tra le attività commerciali. Infine, un corso per diventare mediatore interculturale. In questa nuova veste accompagna i ragazzi delle comunità alloggio nel cammino di inserimento nella società italiana. «La cultura africana è molto diversa da quella europea – evidenzia il mediatore –. I ragazzi che mi sono affidati hanno bisogno di un fratello maggiore, che li guidi e dia loro utili consigli. A loro spiego prima di tutto le norme comportamentali cui devono attenersi e li esorto a studiare. Trovare un lavoro è difficile per tutti, se si formano, però, ce la possono fare».
Anche il cammino di Rosina ha radici lontane. Nata in Gran Bretagna, da genitori nigeriani e ghanesi, è arrivata a Palermo per un progetto con il Centro “Danilo Dolci”. Ora è project manager di “Tandem now” e si appresta a lavorare per la buona riuscita di un nuovo programma di formazione che coinvolgerà italiani e stranieri. «Mi trovo bene a Palermo – confida – e mi piace lavorare in contesti multiculturali e aiutare altri giovani e donne a inserirsi nel mondo del lavoro e nella loro nuova comunità».
Musa, Ola e Rosina: tre volti di un’integrazione possibile, di una società sempre più a colori.

(Luca Insalaco - Palermo)