FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Ora gli artisti di strada chiedono più regole

(17 ottobre 2013) - L’assenza di una regolamentazione certa, o di un certo controllo, trasforma le dinamiche tra artisti concorrenti in legge della giungla
17 Ottobre 2013
(17 ottobre 2013) - Se non fossero gli artisti stessi a riconoscerne l’esigenza, una regolamentazione dell’arte di strada suonerebbe come una contraddizione in termini. Eppure è l’assenza di regolamenti o meglio la loro mancata applicazione, a minare la libertà stessa di un’espressione artistica che in Italia, come in altri Paesi europei, ha radici secolari. Diventa impossibile però immaginare una normalizzazione del settore senza paletti, gli stessi fissati ieri dal vicepresidente Agis Antonio Buccioni, in occasione della presentazione del progetto Strade Aperte, un sistema di gestione informatizzata degli spazi urbani accessibili alle espressioni d’arte di strada ideato dalla Fnas (Federazione nazionale arte di strada). «L’arte di strada non può essere un problema di ordine pubblico – ha spiegato Buccioni – e non può avere una dignità culturale inferiore a quella concessa ad ogni altra espressione artistica». Mentre invece si tende a gestire questa forma d’arte confondendola con la peggior movida notturna. E in più l’assenza di una regolamentazione certa, o di un certo controllo, trasforma le dinamiche tra artisti concorrenti in legge della giungla. Il banco di prova di Strade Aperte è il comune di Milano. Un software monitora gli spazi concessi alle performance gestendo l’occupazione delle aree da parte degli artisti. Un musicista, o anche un mangiafuoco o un mimo, prenota in rete la postazione desiderata, in cui l’amministrazione consente attività artistica, specificando la tipologia di spettacolo, il numero di artisti coinvolti e la strumentazione necessaria. (Articolo completo su Avvenire 17 settembre)