FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Ordinazione di S. E. Mons. Gian Carlo Perego

(8 maggio 2017) - Tra i ricordi più attuali gli anni, i volti e le storie incontrate a Roma nei 15 anni spesi tra Caritas Italiana e Migrantes, dove ho sperimentato che la scelta preferenziale dei poveri, l’accoglienza e l’accompagnamento dei migranti costruiscono veramente una Chiesa, favoriscono nuovi stili di vita e cammini di santità cristiana
8 Maggio 2017
(8 maggio 2017) - .“Lo Spirito del Signore è su di me”. E’ una nuova Pentecoste, quella che abbiamo vissuto insieme oggi,  perché attraverso il suo Spirito, il Signore ha voluto ‘formare’, ‘informare’, ‘riformare’ la mia mente, il mio cuore, la mia anima per servire la Chiesa particolare di Ferrara-Comacchio. E’ inevitabile pronunciare subito la parola ‘grazie’ al termine di questa celebrazione liturgica della mia ordinazione episcopale, nella stupenda cornice di questa Cattedrale, in questa ‘povera e santa  Chiesa’ come la ritraeva il grande vescovo Geremia Bonomelli, nella mia ‘cara terra’, come la chiamava Don Primo Mazzolari, nel 1946  esprimendo i sentimenti del ritorno dalla guerra: “La terra, inutile che un altro te lo ricordi - scriveva don Primo - , è sempre la terra: e la tua è sempre una cara terra” (P. Mazzolari, Cara Terra, Vicenza, La Locusta, 1968, p.10). Grazie al Vescovo Antonio, che ha presieduto questa celebrazione, al vescovo Luigi e al Vescovo Guerino, a S.Em. il Card. Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze, con il quale ho iniziato il mio servizio in CEI e a S.E. Mons. Nunzio Galantino, attuale Segretario Generale della Cei, ai vescovi concelebranti, ai sacerdoti, alle autorità, alle persone consacrate, ai laici  della CEI, della Migrantes, delle comunità cristiane, agli amici che, pur provenendo da luoghi diversi, dalla mia terra di Agnadello a Kiev, da Ferrara e da Roma, da Vailate e dalla parrocchia del Cambonino di Cremona, da Foligno - terra conosciuta e visitata durante il terremoto del 1997 – e da Galati, hanno manifestato la stessa Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica che sono chiamato a servire nella nuova esperienza episcopale. Un grazie che in questa celebrazione eucaristica, forma della Chiesa, diventa rendimento di grazie, preghiera a Dio che ancora una volta ha voluto mandare il suo Spirito, perché fossi inviato “ad annunciare il Vangelo ai poveri, la liberazione agli oppressi” nel corpo e nello spirito.

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Diocesi Cremona servizio fotografico

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S.E. Mons. Perego ad Agnadello