FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Padre Guarino (Comboniani): “Siamo incapaci di riconoscere l’altro come fratello”

(19 maggio 2015) - La comunità dei laici comboniani offre accoglienza a migranti particolarmente vulnerabili
19 Maggio 2015
(19 maggio 2015) - I laici comboniani sono presenti da vent’anni a Palermo con una comunità che cerca di nutrire corpo e spirito di chi si avvicina al loro movimento. Ad assisterli spiritualmente è Padre Domenico Guarino, per ventuno anni missionario in America Latina, tra Guatemala, Messico e Perù, e sei anni di esperienza a Napoli, nel rione Sanità, prima di approdare a Palermo. Nel capoluogo dell’Isola, alcune famiglie hanno deciso di dare vita ad una forma stabile di convivenza e condivisione, esperienza alla quale il missionario partecipa ormai da qualche anno. Nell’ultima stagione di maggiore affluenza di migranti in Sicilia “La zattera”, questo il nome del gruppo di base, è diventata ancora di salvezza per alcuni dei profughi che in Italia cercano riparo da guerre e persecuzioni. La comunità, infatti, ha dato ospitalità a persone che necessitavano di essere accolte in un contesto familiare, in virtù di un protocollo di intesa recentemente siglato con il Comune di Palermo. I comboniani, così, hanno accolto donne in stato di gravidanza o persone particolarmente vulnerabili. “Per offrire accoglienza non riceviamo alcun contributo pubblico, tutto viene fatto in completa gratuità”, precisa Padre Domenico. Quella dedicata alla migrazione è una delle ministerialità nelle quali è articolato l’impegno dei laici. Ciascuna delle comunità laicali ha autonomia di intervento nei settori di propria competenza, ad esempio quello della formazione pastorale oppure quello relativo agli stili di vita, aree che coincidono con i bisogni espressi dal territorio. Una volta al mese, poi, tutte le piccole cellule locali si incontrano nella sede della comunità, a San Lorenzo, per svolgere una lettura popolare della Bibbia. La lente utilizzata per interpretare il testo biblico è quella di un “Dio storico ed esodico, che libera e che ha compassione del suo popolo”, spiega il missionario. “Si tratta di un’esperienza laicale dal basso, che parte dalla realtà delle persone. Insieme – aggiunge Padre Domenico – facciamo esperienza delle comunità cristiane delle origini. Le persone devono mettersi in discussione e crescere nella coscienza dell’impegno laicale. Al sacerdote, invece, spetta il compito di mettere assieme tutte queste realtà laicali”. L’obiettivo è la costruzione di una struttura ecclesiale “più fluida e laica”. Se San Daniele Comboni è la guida e l’ispiratore del carisma missionario, il movimento non fa fatica a riconoscersi nella linea tracciata da Papa Francesco. Il Pontefice, del resto, proviene da un continente che Padre Guarino, come i suoi confratelli, conosce bene. La sofferenza dei migranti l’ha vista da vicino in Messico, altra terra di frontiera, segnata da troppe vite spezzate prima di varcare i confini che la separano dagli Stati Uniti. “Sono morti – dice – che hanno un messaggio per noi, ci dicono che nella nostra società qualcosa non funziona. Che non siamo più capaci di riconoscere l’altro come un nostro fratello”.
(Luca Insalaco - Palermo)