FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Pane e cous cous dal Libano alla Sicilia grazie a Nahida

(17 novembre 2014) - Nahida è oggi una persona perfettamente integrata a Ragusa con la propria famiglia
17 Novembre 2014
(17 novembre 2014) - Il Cous Cous Fest è il festival internazionale dell’integrazione culturale, un importante appuntamento che si rinnova da diciassette anni a San Vito Lo Capo, coinvolgendo tutti i paesi dell’area euro-mediterranea e non solo. Tra questi, per la prima volta, anche un po’ di Ragusa e di Libano, tutto sintetizzato da una persona sola: Nahida. Lei giunge in Italia nel 2006 ed è ospite come richiedente asilo politico a Ragusa. Da lì parte il suo cammino di integrazione: prima come cuoca all’interno dei progetti per richiedenti asilo del territorio, dunque, come docente presso la scuola di alta cucina “Nosco”, espressione della Fondazione San Giovanni Battista, ente giuridico della diocesi di Ragusa. Un cerchio che si chiude, dal momento che Nahida, con la sua famiglia era stata proprio accolta da un progetto Sprar gestito dalla Fondazione San Giovanni Battista. Va a San Vito Lo Capo con la sua nuova consapevolezza di cittadina libanese che ha conquistato un proprio spazio in Italia e che, attraverso il cibo, riconquista le proprie radici.
«La nostra scuola – afferma Peppe Barone, direttore di Nosco – è stata protagonista a San Vito Lo Capo, in un contesto in cui erano presenti quasi tutti i paesi che si affacciano nel Mediterraneo. Quella del 2014 è stata la prima edizione che ha visto presente un cuoco libanese e siamo fieri che sia stata proprio Nahida, che con noi collabora come docente e che ha realizzato delle bellissime serate a tema dedicate al pane libanese. Per noi essere tra gli invitati ad un palcoscenico così prestigioso è stato un grande onore, che oltrepassa ogni eventuale competitività all’interno del festival». Una bella occasione per la piccola Ragusa, una bella occasione per Nahida.
Lei nei giorni del festival prepara il suo couscous secondo i dettami antichi della tradizione, conquistando i giurati e, ancor più, i mille e mille visitatori che degustano le sue prelibatezze, arrivando addirittura in finale.
Nahida è oggi una persona perfettamente integrata a Ragusa con la propria famiglia. Vive le difficoltà del tempo che affrontano ogni giorno i ragusani, i siciliani e tutti gli altri cittadini di questo Paese in perenne recessione. Ma, anche grazie ai percorsi di integrazione avviati ormai molti anni addietro, è pronta sempre ad un sorriso, ad una esperienza, ad una testimonianza, sentendosi ormai parte integrante della comunità ragusana. Ogni anno, il 20 giugno non dimentica la sua storia e onora, con la sua presenza, la sua energia, il suo pane e il suo coraggio, la festa che viene organizzata per celebrare la “Giornata Mondiale del Rifugiato”. Un passato che non si dimentica e che diventa testimonianza e incoraggiamento per i tanti migranti che cercano fortuna nel nostro Paese. Ma anche per chi, italiano, entra in contatto con una storia ricca di significato e di sapore. Lei c’è sempre. Il suo spazio per preparare il pane è comunque tra i più frequentati da appassionati e curiosi. «Esalta con il suo lavoro – prosegue lo chef Barone – le tradizioni del suo paese di origine e dimostra, nello stesso tempo,  che è possibile vivere integrandosi nel nostro tessuto sociale. Mission della scuola è fare emergere dialogo e solidarietà».
«La presenza di Nahida al festival di San Vito Lo Capo – conclude Tonino Solarino, presidente della Fondazione San Giovanni Battista – testimonia in un unico momento la missione del nostro gruppo di lavoro: solidarietà, accoglienza e integrazione che diventano possibilità di crescita, sviluppo ed incontro per indurre tutti noi verso nuove conoscenze. Questo è proprio lo scopo che ci siamo prefissati anche con la nascita della scuola di alta cucina e con il lavoro che prosegue da tanti anni nel campo dell’accoglienza ai richiedenti asilo».
(Antonio La Monica - Migrantes Ragusa)

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