(1 aprile 2015) - Anche il cammino, la fuga, lapprodo di centinaia di migranti ci aiutano, questanno, a vivere la contemporaneità della Pasqua. Purtroppo larrivo nelle nostre città dei migranti più che alla festa degli osanna della Domenica delle Palme somiglia più alle grida di crocifiggilo della Via Crucis. I cartelli, le proteste, i rifiuti sono numerosi quanto le porte aperte di famiglie e comunità. Ancora una volta morte e vita si affrontano come in un duello nellopinione pubblica, talvolta viziata da letture ideologiche e strumentali del fenomeno migratorio. Ci auguriamo che la Pasqua, pur nella consapevolezza delle difficoltà che tutti affrontiamo in questo tempo di crisi, aumenti in noi la speranza, che si nutre di storie di accoglienza e di condivisione.