(12 maggio 2014) - Sono trascorsi due anni dalla conclusione del progetto La Migrantes a Lampedusa che la Fondazione ha sostenuto con convinzione, ritenendo necessario documentare in modo diretto come e cosa il passaggio di quei fratelli, giunti dallaltra parte del Mediterraneo, stesse lasciando nel cuore di coloro che li hanno accolti a braccia aperte, i lampedusani. Lidea sostenuta dalla Migrantes è stata frutto di uniniziativa portata avanti dallUfficio diocesano Migrantes di Messina: attraverso diversi step progettuali, due dei quali hanno preso forma in apposite finestre virtuali spalancate sul sito della Migrantes (Il Diario di bordo; Lampedusa e Linosa 365 giorni in rete), è stato possibile raccontare, con una diversa chiave di lettura, un altro volto dellemergenza Nord Africa. Emergenza che ha visto lisola di Lampedusa al centro dei riflettori mediatici.
Quegli stessi riflettori, oggi, si trovano puntati su unaltra Isola, di cui la stessa Lampedusa è parte: la Sicilia. Cambia il palcoscenico geografico, non cambia il contenuto di quello che sta andando in scena: lemergenza sbarchi. Etichetta, questultima, che finisce col porre al centro delle cronache quotidiane solo ed esclusivamente i numeri. Sotto questo tappeto di cifre, però, si nasconde ben altro. Sarà proprio questo altro che, ancora una volta, la Migrantes proverà a raccontare in modo Isolamente accogliente. Queste le due parole che danno nome al nuovo progetto su cui la Fondazione ha scelto di scommettere. La tragedia consumatasi lo scorso 3 ottobre nei pressi dellIsola dei conigli, a poche miglia di distanza dalle coste di Lampedusa, in cui persero la vita 366 migranti (morti accertati), ha infatti rialzato lattenzione su un tema, quello delle migrazioni forzate, che fino a quel momento era stato sempre relegato nei confini delle Pelagie. La portata del dramma, che ha reso ancora una volta il Mediterraneo un cimitero a cielo aperto, ha spinto il governo italiano ad avviare loperazione Mare Nostrum. Iniziata il 18 ottobre 2013, consiste nel potenziamento del dispositivo di controllo dei flussi migratori già attivo nellambito della missione Constant vigilance (che la Marina Militare svolge dal 2004). Lintervento, che fino ad oggi ha consentito di salvare migliaia di vite umane, ha però ben presto messo a dura prova il fragile sistema di accoglienza della Regione.
La chiusura del Centro di Lampedusa ha infatti determinato un dirottamento degli arrivi nei comuni di Augusta e Pozzallo, dove la situazione, considerata la rapida cadenza con cui vengono effettuati i salvataggi in mare, ha complicato la gestione della prima accoglienza. Il sovraffollamento dei Centri governativi ha reso necessario lallestimento di nuove strutture di ospitalità in quasi tutte le province della Regione, dove trasferire temporaneamente i richiedenti asilo in attesa della loro successiva collocazione in Cara o Sprar. I tempi di sosta nei Centri temporanei, però, a causa della mancanza di disponibilità allinterno del sistema di seconda accoglienza, sono andati man mano dilungandosi, con tutte le difficoltà che ciò ha comportato e sta comportando in termini di gestione. Alla luce della situazione che va delineandosi, Isolamente accogliente, progetto di cui la Migrantes di Messina sarà cabina di regia, costituirà il contenitore virtuale in cui verranno raccolti i tasselli di quella accoglienza che, andando oltre i numeri, è fatta di umanità, prossimità, buone prassi, incontro con laltro. Non solo. I contributi che verranno inviati dalle antenne territoriali, ovvero dai referenti della comunicazione, in sinergia con gli operatori pastorali delle Migrantes, metteranno in evidenza anche le difficoltà e le strettoie di un sistema che spesso, a causa del modo stesso in cui è stato concepito, crea dei vuoti organizzativi a loro volta fonte di tensione tra i diversi attori che operano sul medesimo palcoscenico.
I referenti della comunicazione, grazie alla loro conoscenza privilegiata del contesto in cui operano, permetteranno di sviscerare i vari elementi della questione, provando a fare emergere ciò che fino ad oggi, un po per i ritmi imposti della cronaca, un po per un sistema che rischia di far parlare di accoglienza solo in termini di numeri, non è mai venuto fuori. Lo si farà partendo dalle persone, coloro che sono accolte e coloro che accolgono: operatori pastorali, del volontariato, gestori dei centri di accoglienza, attori istituzionali, normali cittadini. Così da mettere insieme i tasselli che costituiscono il composito, e non sempre lineare, quadro dellaccoglienza siciliana. La rete che si creerà fra i vari Uffici Migrantes della Sicilia sarà il punto di partenza di uniniziativa di comunicazione che, pur prendendo spunto da un momento particolare, mira a poter diventare un punto di osservazione anche per tutti quei migranti che non sono coinvolti dallemergenza, ma rappresentano la quotidianità di una Regione dove la presenza dellaltro non può essere solo un fatto di cronaca, ma deve diventare una ricchezza da coltivare e di cui fare tesoro. (Ufficio Migrantes Messina)