“Sinti e rom: superare i luoghi comuni per una società più inclusiva”. Questo il tema di un convegno promosso dagli Uffici per la pastorale dei problemi sociali e del lavoro e e della pastorale dei migranti della diocesi di Catania che si svolgerà il prossimo 20 maggio alle ore 16,30 presso i locali del Museo diocesano. Dopo i saluti di don Alfio Carbonaro e don Carlo Palazzolo, rispettivamente direttore dell’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro e dell’Ufficio per la pastorale dei migranti della diocesi siciliana, interverranno, come relatori, l’assessore per i problemi sociali della città, Bruno Brucchieri e don Cristian Di Silvio, sacerdote della diocesi di Sora-Cassino-Pontecorvo-Aquino.
“Voi nella Chiesa non siete ai margini, ma, sotto certi aspetti, voi siete al centro, voi siete nel cuore”. Queste sono le parole di un’omelia di San Paolo VI pronunciate nel 1965 in occasione della sua visita ad un Campo Rom a Pomezia. In queste parole del santo Padre possiamo riconoscere anche un richiamo per tutta la Chiesa ad un senso di responsabilità e di prossimità evangelica verso i nostri fratelli e sorelle Sinti e Rom. Spesso anche nei nostri ambienti viene usata l’espressione zingaro che possiede accenti negativi, anziché i giusti termini per indicare un popolo con la sua cultura, quali, in questo caso, Sinti e Rom che sono degli etnonimi. Sono molti i luoghi comuni e pregiudizi che nutriamo nei confronti di questo popolo che non conosciamo e ciò non aiuta alla creazione di una società più fraterna. Ecco perché il prossimo 20 maggio l’ufficio per la pastorale dei migranti in sinergia all’ufficio diocesano per la pastorale dei problemi sociali e del lavoro dell’Arcidiocesi di Catania propongono, non solo alla comunità diocesana, ma a tutti coloro che nutrono una seria passione per l’edificazione di una società più inclusiva, un convegno per riflettere, conoscere e guarire dai pregiudizi che polarizzano il mondo e le nostre fraternità. Il convegno sarà un’ottima occasione per ricucire quella distanza tra mente e cuore che, mutuando le parole di Papa Francesco, genera tante volte la tentazione dello scarto e della chiusura verso le persone, che hanno la nostra stessa dignità.
Il mondo odierno necessita di percorrere la strada della fraternità. Non dimentichiamo, pertanto, come sottolinea il Santo Padre Francesco nella lettera Enciclica Fratelli Tutti al n.30, che, mentre va oggi diminuendo il senso di appartenenza ad una medesima umanità, «l’isolamento e la chiusura in se stessi o nei propri interessi non sono mai la via per ridare speranza e operare un rinnovamento, ma è la vicinanza, è la cultura dell’incontro». Ci auguriamo dunque, che questa ed altre iniziative possano contribuire a creare una cultura dell’incontro che ci permetta, nel rispetto delle legittime differenze, di camminare insieme nello spazio dei valori comuni per l’edificazione di una società in cui prevalga la pace, la giustizia, «la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio» (Documento sulla fratellanza umana di Abu Dhabi).
Don Carlo Palazzolo
Direttore dell’ufficio per la pastorale dei migranti dell’Arcidiocesi di Catania