Il 31 gennaio scorso si è spenta a Ciciliano una cara e “antica” amica, Maria Severino, delle Oblate Apostoliche del Movimento Pro-Sanctitate, di 102 anni, che ha speso la sua vita appassionata accanto ai Rom e ai Sinti, accompagnandoli con la sua amicizia e la sua simpatia, in modo umile e fedele. Nata a Catania, città cui era legata e a cui tornava ogni qual volta ne aveva la possibilità, ha poi vissuto a Roma fin dalla fine degli anni Cinquanta.
Come maestra ha cominciato la sua opera a Roma, negli anni Sessanta, al Mandrione, nella baracche dell’Acquedotto Felice dove vivevano alcuni Rom Abruzzesi, con i quali ha sempre mantenuto un’amicizia. Iniziò a prendere contatti con i direttori delle scuole elementari vicine all’insediamento di baracche per iscrivere i bambini alla scuola pubblica. Nel pomeriggio faceva scuola ai bambini e agli adulti e, con don Bruno Nicolini e poi con l’Opera Nomadi, ha partecipato a tante battaglie per i diritti civili e l’istruzione, anche in altri quartieri della città e a livello nazionale. Conoscendo anche altri Rom, sia Lovara che Sinti, a cui negli anni si è legata.
Assieme a don Bruno Nicolini e agli altri “pionieri” del tempo ha partecipato, come recentemente ha ricordato in una sua memoria, al memorabile “Incontro Internazionale di Pomezia” del 26 settembre 1965, dove i Rom ebbero la grazia di essere visitati dallo stesso papa Paolo VI. Qui, ricorda Maria, che «la catechesi avveniva per gruppi. C’era la preparazione alla prima comunione per adulti, bambini e anziani. Sono stati giorni di grande preparazione, insegnando e facendo catechismo ai bambini che attendevano la venuta del Papa».
Quando don Bruno Nicolini si è ammalato negli anni 2000, Maria gli è stata vicina, andandolo spesso a trovare, nonostante la sua avanzata età. Per lei l’amicizia era una cosa importante e seria, a cui teneva molto.
In questi anni ha mantenuto con alcuni Rom un contatto sereno e frequente, e spesso li sentiva al telefono, non potendoli più andare a visitare. Tra questi la cara amica Irene.
Di lei ricordiamo la vivacità e la serenità e quel tratto siciliano scanzonato che capiva da lontano come stavi, interpretando il tuo pensiero e le tue preoccupazioni con una fine attenzione e delicatezza. Ha vissuto in modo umile e sereno, senza mai disturbare e accettando con obbedienza ogni proposta e, anche in questi ultimi anni, senza mai chiedere troppo per paura di disturbare.
Noi della Comunità di Sant’Egidio l’abbiamo conosciuta alla fine degli anni Ottanta e con lei abbiamo condiviso tanti momenti di amicizia e di incontro, fino alla bella festa per il suo compleanno di 100 anni, a Ciciliano, nella casa del Centro Oreb, dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, fedele custode della fede e dell’amicizia a cui ha dedicato gran parte della sua vita. Ricordiamo con affetto la sua amicizia vivace e appassionata e l’affidiamo al Signore, certi che l’accoglierà come una delle sue “dilette figlie”.
Susanna Placidi