Si svolgerà da venerdì 6 dicembre a venerdì 10 gennaio presso la Chiesa del Caravita (via del Caravita 7, Roma) la mostra "Spes contra spem. Il viaggio per la salvezza" realizzata dagli studenti di Indirizzo pittorico delle due sedi del Liceo Artistico Statale Ripetta di Roma. La mostra è visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 14.15 e dalle 16.00 alle 19.00. Ingresso libero.
Da Paolo di Tarso impariamo a sperare anche contro ogni speranza. L'arte può aiutare a sfidare l'inaffrontabile e quindi a comprenderlo con il cuore e con la creatività. Un'iniziativa maturata dopo l'esperienza al Centro accoglienza donne rifugiate e richiedenti asilo "Santa Bakhita" gestito dalla Caritas: l'emozione e la commozione provate nel conoscere – e solo in minima parte – i soprusi e il dolore subiti dalle profughe straniere, ma anche nel godere dei loro sorrisi, della dolcezza degli sguardi e dell'apparente serenità mostrata dalle donne.
Con l’aiuto delle operatrici, che danno loro supporto sociale, psicologico e sanitario, le donne ospitate nel Centro fanno i conti con ricordi di guerra, torture, schiavitù, matrimoni forzati, carestia, disastri ambientali, persecuzioni, e lottano per ricostruirsi. Devono affrontare un viaggio verso la salvezza – quello dell’identità, dell’integrazione e dell’autonomia personale – e devono rielaborare la memoria e i legami con ciò che hanno lasciato. Un cammino periglioso e oscuro, costellato di incognite, che però resta tenacemente orientato verso la speranza di una vita nuova.
Nell'incontro con gli studenti, i lacerti delle privazioni e delle violenze cui sono state costrette sono scomparsi dietro gesti così accoglienti da sciogliere ogni timidezza o paura da parte dei più giovani in un abbraccio di amorevole comprensione. Un abbraccio che si è trasformato in un lavoro creativo a più voci, nel quale i ragazzi hanno mescolato impressioni esterne ed emozioni private, tragica narrazione e sensazioni avvertite.
Ne è nata una mostra che vuole documentare in immagini il fenomeno migratorio, ma al contempo rappresentarne gli effetti "collaterali": l’esperienza della fuga e dello sradicamento, del rifiuto e dell’accoglienza, dell’ostilità e della solidarietà, dell’indifferenza e della partecipazione empatica.
Gli allievi artisti forse non hanno né l’età né il vissuto per comprendere a fondo i confini di questa tragedia esistenziale e sociale, ma di certo hanno la grazia della gioventù e la forza dell’arte per tentare. E lo hanno fatto con i mezzi che son loro propri: le tempere, gli oli, le tele e le tavole, le tecniche miste e le rielaborazioni grafiche e fotografiche, in un intreccio espressivo tra esperienza del dolore e speranza di vita che rende meno duro il presente e più dolce il futuro. Oltre ai quadri, realizzati dagli stessi allievi, saranno esposte anche le locandine preparate dagli studenti di grafica, ciascuna ottenuta rielaborando in chiave originale e comunicativa i diversi quadri.
In allegato locandina e pannello esplicativo della mostra.