«La comunità dello Sri Lanka in Italia è vicina con la preghiera ai propri fratelli, sorelle, e ai tanti giovani che sono scesi in strada per protestare pacificamente contro il sistema in Sri Lanka che ha causato la più grave crisi economica del paese da inizio indipendenza», spiega mons. Neville Joe Perera, coordinatore nazionale delle comunità cattoliche srilankesi e cingalesi in Italia. «Scarseggiano ormai da mesi petrolio, gas, generi alimentari e medicine; il governo sotto la guida del Presidente Gotabaya Rajapakse non è riuscito a mettere in atto delle misure economiche che allevino il malcontento e la sofferenza dei cittadini che alcuni giorni fa hanno dovuto far conto della totale assenza di petrolio nel paese. Sono visibili lunghe file di cittadini che attendono giorno e notte pur di avere beni essenziali che però non sono più disponibili».
«Come ha detto il Cardinal Ranjith, Arcivescovo metropolita di Colombo, anche se il presidente ha promesso le dimissioni per il 13 luglio, Rajapakse non è più credibile dinanzi ai cittadini. In caso di dimissioni effettive, il Presidente del parlamento diverrebbe Presidente della Repubblica ad interim fino a nomina di un nuovo presidente da parte del Parlamento e successiva nomina di un nuovo governo».
«Durante le proteste abbiamo visto anche sacerdoti, suore e religiosi assieme ai giovani lungo le strade di Colombo; il Cardinal Ranjith spiega così la volontà della Chiesa locale di accompagnare i giovani in questo momento di sofferenza: “Secondo l’insegnamento di Gesù Cristo là dove c’è la sofferenza là deve stare la Chiesa, là i fedeli devono stare, cosi come anche il clero, i sacerdoti e le suore devono stare dove c’è sofferenza, difficoltà e povertà. Quando il nostro paese sta organizzandosi per chiedere la giustizia e la verità come anche il sostegno economico allora noi non possiamo fare come Ponzio Pilato; dobbiamo stare vicino a loro e per questo che i sacerdoti, le suore, i vescovi e tutti si sono aggregati a questa campagna”. Come aiuto materiale, le varie comunità cattoliche dello Sri Lanka in Italia si sono già organizzate per inviare farmaci ed altri dispositivi medici necessari con estrema urgenza nella madrepatria».
«La grave crisi politica ed economica in Sri Lanka, ricordata da Papa Francesco all’Angelus di domenica, preoccupa molto la comunità dei srilankesi in Italia, formata da oltre 110 mila persone, cingalesi e tamil, parimenti formata da uomini e donne, ma anche da 25 mila minori», dice il presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego. «Si tratta soprattutto di una comunità di lavoratori occupati nei servizi alla persone nelle nostre case e famiglie, concentrati soprattutto nelle grandi città (Milano, Roma, Napoli, Palermo) e l’80% in sole cinque regioni: Lombardia, Campania, Veneto, Lazio e Sicilia: con le loro rimesse – pari a circa 270 milioni di euro – sono una risorsa importante per il Paese. Come Migrantes seguiamo con preoccupazione la situazione , in particolare con le comunità cattoliche, numerose in Italia e seguiti da diversi sacerdoti».
(Foto: SiR/Marco Calvarese)