«È opportuno ribadire che, nonostante gli apprezzabili sforzi per semplificare e accelerare le procedure di assegnazione delle quote di ingresso e del rilascio dei visti, il decreto non interviene sulle maggiori criticità connesse al sistema dei flussi italiano, sostanzialmente immutato dal 2002 e unanimemente riconosciuto come il maggiore ostacolo all’apertura di nuovi canali regolari».
A scriverlo, le realtà aderenti al Tavolo Asilo e Immigrazione che hanno sottoscritto il Contributo all’esame del disegno di legge n. 591 (decreto legge 10 marzo 2023, n. 20 - Ingresso lavoratori stranieri e contrasto immigrazione irregolare) inviato alla Commissione Affari costituzionali del Senato.
«Il decreto flussi – proseguono – non può essere lo strumento per tutelare l’incolumità delle persone bisognose di protezione internazionale e che sono costrette a emigrare – come per esempio le vittime della strage di Steccato di Cutro –, per le quali sono necessari ulteriori canali, al momento inadeguati e scarsamente implementati».