(29 agosto 2014) - Il governo italiano autorizza un certo numero di ingressi dallestero per svolgere qui tirocini formativi o di orientamento. Lanno scorso sono stati cinquemila, ora si attende una nuova programmazione triennale.
Si tratta di un canale che permette ai cittadini stranieri di completare in Italia dei percorsi di formazione professionale iniziati in patria. I tirocini vengono attivati grazie a delle convenzioni tra imprese ospitanti ed enti promotori indicati dalla legge, come ad esempio centri per limpiego, scuole, università o enti senza scopo di lucro autorizzati. Il fatto che la formazione professionale è di competenza regionale, mentre limmigrazione è di competenza statale, ha creato un bel po di confusione e prassi disomogenee a livello territoriale. Per correre ai ripari, il 5 agosto la Conferenza Stato Regioni e Province Autonome ha varato delle Linee guida in materia di tirocini per persone straniere residenti allestero.
Nel documento vengono definite tipologie, durata (da tre a dodici mesi) e destinatari dei tirocini, così come soggetti promotori e soggetti ospitanti, con i relativi obblighi. Ci sono poi i requisiti di ammissibilità dei progetti, compresi i moduli obbligatori dedicati allinsegnamento dellitaliano, alla sicurezza sul lavoro e ai diritti e ai doveri di lavoratori e imprese. I progetti di tirocinio devono essere sottoposti allapposizione di un visto da parte delle Regioni. Solo se questa procedura va in porto lo straniero può chiedere al consolato un visto di ingresso per lItalia, che gli deve essere rilasciato entro 90 giorni. Una volta qui, potrà chiedere un permesso di soggiorno per motivi di tirocinio.
(Stranieriinitalia)
Linee guida tirocini