FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Trapani: percorsi di integrazione e prima accoglienza

(2 marzo 2015) - Attualmente in provincia di Trapani vengono ospitati circa 2.300 extracomunitari
2 Marzo 2015
(2 marzo 2015) - La cassata, tipico dolce siciliano con radici in parte arabe, in parte normanne e in parte spagnole, ancora oggi riesce a unire popoli e culture diversi. Lo ha recentemente fatto a Mazara del Vallo, dove lo chef trapanese Peppe Giuffrè ha preparato una cassata con 15 donne tunisine impegnate nella realizzazione del progetto “Nuovi italiani, interventi a sostegno dell’inclusione socio-lavorativa degli immigrati di prima e seconda generazione”, finanziato dall’Assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro nell’ambito del Programma Operativo FSE 2007-2013.
“Anche il cibo è dialogo e integrazione – ha detto il vescovo Domenico Mogavero – e l’occasione di questo progetto è stata un’opportunità concreta per queste donne che vivono a Mazara del Vallo di conoscere e sperimentare la pasticceria siciliana. La costituzione di una cooperativa con alcune di loro è la testimonianza concreta dell’inclusione socio-lavorativa sul territorio”.
Con il prelato mazarese, alla visione della realizzazione della cassata hanno preso parte, tra gli altri, anche il console di Tunisia a Palermo, Farhat Ben Souissi e la presidente della Fondazione “San Vito onlus”, Vilma Angileri.
Lo chef Peppe Giuffrè ha spiegato alle donne tunisine come preparare la cassata, che al termine è risultato un dolce del peso di 15 chilogrammi, dieci di ricotta e il resto di marzapane e zucchero. Come decorazione, al posto dei canditi, per sublimare l’incontro tra due differenti culture, sono stati utilizzati dei datteri.
A fronte di immigrati di origine tunisina che a Mazara del Vallo sono ormai giunti anche alla quarta generazione, ve ne sono altri arrivati negli ultimi tempi a bordo di barconi poco sicuri. Attualmente in provincia di Trapani vengono ospitati circa 2.300 extracomunitari e non mancano le proteste dettate sempre dalle lungaggini dovute al riconoscimento dello status di rifugiati politici. A questo proposito, però, è stata vinta una battaglia, portata avanti per mesi dal prefetto Leopoldo Falco. Infatti, per accorciare i tempi burocratici dovuti a questo riconoscimento, è stata attivata la seconda Commissione territoriale che si occupa dell’esame delle richieste di asilo.
“La seconda Commissione – ha affermato il prefetto – è operativa da circa 15 giorni. Il risultato sarà certamente quello che i tempi relativi agli accertamenti si ridurranno e così anche quelli dell’attesa dei migranti. Inoltre, nelle prossime settimane ci sarà il progressivo passaggio dall’affidamento diretto alle strutture a quello determinato dal risultato della gara d’appalto relativa alla creazione di 600 nuovi posti”.
Intanto, a Trapani è slittata al prossimo 31 marzo la chiusura prevista per il 28 febbraio del Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Salinagrande, operativo sul territorio dal 2005. La chiusura è stata disposta nei mesi scorsi dal Ministero dell’Interno ed è stata posticipata per consentire la definizione delle trattative con i sindacati, relativamente al ricollocamento del personale in esubero.
Sulla possibilità di infiltrazioni di terroristi tra i profughi, infine, il prefetto Falco ha affermato: “Lo stato di allerta è massimo, per garantire la sicurezza dei cittadini, anche se per il momento riteniamo improbabile che i terroristi possano viaggiare sui barconi affollati dai migranti”.    
 (Margherita Leggio - Migrantes Trapani)

 

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